Romanzo, ADDIO FANTASMI
Autrice:NADIA TERRANOVA
Editore: Einaudi
Collana: Einaudi. Stile libero big
Anno edizione: 2018
Questo periodo di isolamento fatto di lutti inconsolabili, paure dettate dalla difficoltà ad immaginare contorni sia pur vaghi di un futuro, dal non riuscire a vedere l’orizzonte, solitudine per molti, mancanza di contatti con affetti cari ed amicizie preziose, condivisione di spazi troppo stretti e saturazione di
rapporti già saturi, eppure questo periodo, che resterà unico nelle nostre esistenze, ci ha permesso di riappropriarci del tempo, di tutto il nostro tempo, affrancati da incombenze non scelte ma anche se scelte, a volte straripanti e sfuggite di mano; ci ha offerto l’occasione di utilizzare questo tempo sollevati dai sensi di colpa che spesso assalgono quando lo distraiamo da attività che avvertiamo come necessarie e più urgenti.
In questo tempo così strano, contradditorio, siamo forse andati a riprendere libri comprati e rimasti in un angolo, perché sopravanzati dalle esigenze del momento e curiosità dell’ultimo minuto. E, come scrive Elias Canetti “ci sono libri che si posseggono da vent’anni senza leggerli, che si tengono sempre vicini… Poi, dopo vent’anni, viene un momento in cui d’improvviso quasi per una fortissima coercizione, non si può fare a meno di leggere uno di questi libri d’un fiato, da capo a fondo: è come una rivelazione”.
Così è stato nel riprendere fra le mani “Addio fantasmi” di Nadia Terranova che avevo acquistato esattamente un anno e mezzo fa.
Il palcoscenico della storia è Messina, una città per sua collocazione geografica, e in questo caso anche simbolica, tra due mari. Ida, la protagonista che vive a Roma con Pietro e lavora in una radio dove cura una rubrica in cui racconta storie, torna nella casa di famiglia che la madre vuole ristrutturare per poi venderla.
La vita di Ida si è bloccata ventitré anni prima quando suo padre è scomparso senza dare spiegazioni. Tutto intorno a lei, tornando nella sua città ne viene assalita con struggimento quasi impotente, è andato avanti, le persone, i luoghi, tutto, lei si è fermata, prigioniera di fantasmi di cui non riesce a liberarsi e a cui dare e darsi finalmente pace. Cosi viene risucchiata dal rapporto conflittuale con la madre nel quale è insieme, vittima e carnefice, un binomio quello con la madre che, dalla scomparsa del padre, ha serrato in sé il dolore, l’angoscia resa irrisolvibile dalla imperscrutabilità dell’allontanamento, negandosi al rapporto con gli altri in modo quasi altezzoso, autosufficiente, rendendo così impossibile l’elaborazione di quello che è vissuto come abbandono ancora deflagrante come il primo giorno, carico di rancore e nostalgia. Un romanzo coinvolgente quasi invadente dal punto di vista emotivo che chiama tra le righe a dar conto delle proprie vicende, ma anche un percorso dei sensi: odori, suoni, colori, scritto con uno stile molto personale a tratti provocatorio, mai banale. La vita dice Ida è ein Augenblick: un momento.
Roma, 07.05.2020
(mcp)