“Correre, correre, correre”

“Correre, correre, correre” ha ripetuto più volte in questi giorni Matteo Renzi “non bisogna sprecare nemmeno un centesimo e neanche un secondo: la burocrazia va messa in quarantena”. Il Piano Shock presentato in punta di piedi sei mesi fa da Italia Viva come contributo per far ripartire l’Italia diventato ora improcrastinabile, viaggia su questi binari.

Un piano da 120 miliardi per opere infrastrutturali già finanziate, ma bloccate: strade e ferrovie, dalla Tav, alla Gronda di Genova, all’autostrada Roma – Latina; periferie e piani città, “il nostro “rammendo” delle periferie – dice Renzo Piano, ideatore del progetto nel 2014 – è fatto di piccole gocce”; dissesto idrogeologico, un Paese bellissimo e fragile il nostro, in cui bisogna superare la logica dell’emergenza per una nuova cultura dell’impiego del suolo; edilizia scolastica, a settembre le scuole riapriranno ed alle precedenti necessità già improrogabili, se ne sono aggiunte altre, dettate da nuove insorgenze;  cultura e turismo, fiore all’occhiello o che tale dovrebbe essere, una percentuale importante del nostro Pil prima del coronavirus; energia e green act, gran parte del futuro si gioca su questo.

La proposta in sei articoli semplici, senza ulteriori stratificazioni sull’attuale normativa,  fatta  di misure urgenti e necessarie per snellire le procedure e velocizzare le opere pubbliche del Paese,  sbloccare i procedimenti di autorizzazione, velocizzare le procedure di affidamento, rendere più fluide le modalità di realizzazione delle infrastrutture strategiche nazionali e regionali.  

Punti essenziali: 

Individuare gli interventi infrastrutturali prioritari e nomina di Commissari straordinari responsabili di tutto il processo, dalla progettazione all’esecuzione sul modello del ponte di Genova e dell’Expo di Milano. 

Stabilire termini perentori oltre che per le impugnative anche e per i pronunciamenti sui ricorsi legittimi, i tempi certi sono necessari per non bloccare i cantieri, con tutto quello che ne deriva.

Ripristinare le strutture di missione  “Italia Sicura” contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche e “ Casa Italia” per mettere in sicurezza gli edifici contro il rischio sismico e ridurne la vulnerabilità. Strutture istituite e operanti con risultati positivi nei mille giorni del governo Renzi. 

Edilizia scolastica. “Investire sull’educazione necessita di un progetto ad ampio raggio – scriveva Renzi ai sindaci nel 2014 –  nessun ragionamento sarà credibile  finché la stabilità delle aule in cui i nostri figli passano tante ore della loro giornata non sarà considerato il cuore dell’azione amministrativa e di governo”. 

Semplificazione in materia di valutazione dell’impatto ambientale, alleggerimento delle procedure VIA e VAS, rendendo perentori i termini previsti dal Codice ambiente per il rilascio delle autorizzazioni.

Semplificazioni nel settore portuale che vanno dalle snellimento delle procedure di dragaggio, alle norme per il passaggio agli enti locali delle aree demaniali non più utilizzate per favorire investimenti sulla linea di costa.

Due gli obiettivi fondamentali del Piano Shock: crescita del Pil e ammodernamento del Paese. Un piano che potrà dare respiro all’intero sistema produttivo e infrastrutturale, ma che toccherà, per la diffusione degli interventi, ogni area del Paese ed ogni Regione. 

Per il Lazio, in particolare, sono previste, oltre a numerosi interventi puntuali e specifici, grandi opere:

  • Opere di difesa idraulica dalla piena del Tevere
  • Opere di raddoppio del Peschiera
  • Autostrada Roma – Latina
  • Completamento autostrada Orte Civitavecchia (porto)
  • Completamento anello ferroviario di Roma (linea di cintura)

“Sbloccare i cantieri – sostiene Renzi – per evitare la distruzione di altri posti di lavoro è la priorità per noi” perché “quello che serve davvero adesso, è una visione per i prossimi dieci anni”. 

(mpc)  

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