Ritorno in Puglia

viaggio tra ricordi, illusioni e nuove attese

Sono in Puglia. Ho lasciato alle mie spalle l’autostrada ed una vasta distesa, nella campagna circostante, di pale eoliche, immobili nel caldo sole di luglio.

Devo raggiungere il mare, a ridosso del promontorio del Gargano, per questo mio nuovo viaggio di ritorno nella mia terra. L’ho lasciata a malincuore negli anni 70 alla ricerca, come tanti, di un lavoro, ma dove torno appena posso per quel legame molto forte che ad essa mi lega.

La Puglia è terra di forti contrasti, di evidenti chiaroscuri, di variegate sfumature e dalle mille contraddizioni. Una caratteristica prevalente, una delle tante, può servire ad identificarla, ma non a spiegarla, a descriverla e ancor meno a spiegarne senso ed essenza.

Qui convivono le vestigia del passato e la storia antica dei nostri popoli, tra pale eoliche e antenne paraboliche. Qui convivono i luoghi sacri, le feste patronali e le antiche danze pagane della pizzica. 

I sapori intensi della tradizione locale, il pane, l’olio, il pesce, i frutti di mare, i formaggi, ed il sudore dei contadini e la fatica dei pescatori, si mischiano tra emozioni e sensazioni diverse. Qui una cultura resa asfittica dagli ambiti angusti del localismo tenta, e a volte con successo, verso nuovi mondi culturali, verso orizzonti senza confini.

E’ in Puglia che ogni singolo paese, anche il più piccolo, ha una propria storia da raccontare, parla un proprio dialetto, ha il suo santo patrono e tradizioni, costumi e modi di vivere inspiegabilmente diversi rispetto al paese vicino, anche di quello che dista pochi chilometri o è addirittura confinante. 

E’ in questa terra che ai colori tenui dell’alba fanno da contrasto i colori forti e passionali del tramonto.

Tra le emozioni che suscitano l’alternanza e le diversità di colori, di contesti climatici e territoriali, di storie e di connotazioni antropologiche, ci si può perdere, serbando sì belle sensazioni e positivi ricordi, ma correndo il rischio di ritrovarsi con una cartolina per turisti. Perché la bellezza della Puglia è nelle sue contraddizioni.

Per questo non va dimenticato che la Puglia è una regione che presenta un tasso di disoccupazione di oltre il 18%, tra i più elevati in ambito europeo; registra oltre il 45% di disoccupazione giovanile e dove solo una donna su cinque trova lavoro.

Ma è una regione dinamica, forte, intelligente, con grandi capacità di adattamento e di reazione, che probabilmente le deriva da quello spirito levantino e mercantile che per secoli l’ha caratterizzata.

In maniera ricorrente si è portati ad affermare: “Ora la Puglia prende davvero il volo”, può diventare la forza motrice del Mezzogiorno, il fattore in più per la crescita e lo sviluppo del Paese.

Sembra decollare. Come un aquilone è lassù, in alto, ma oltre non va, è sospesa, ma con il rischio di venire giù.

Un rischio abbastanza ricorrente. E’ difficile dimenticare il fallimento dei progetti, piccoli e grandi, di industrializzazione (l’ex ILVA, il Petrolchimico di Manfredonia, i contratti di area) e l’arretramento dell’artigianato, il vano sogno di sostituire alle attività produttive quelle commerciali e di servizi. Ma la Puglia risponde con il turismo, la produzione agroalimentare e la produzione vinicola di qualità.

In ogni passaggio attraverso paesi, campagne dell’entroterra, colline e piccole insenature della costa adriatica e jonica, ammiri il bello, il panorama, il verde e l’argento degli ulivi, l’intenso azzurro del mare, ma c’è sempre qualcosa che fortunatamente ti impedisce di dimenticare il vasto e diffuso fenomeno del lavoro nero, il caporalato che è la vera piaga per i braccianti agricoli, le organizzazioni criminali, dalla sacra corona unita alla mafia garganica (solo per ingenui ed ignoranti. Eredità del brigantaggio post Risorgimento).

Anche in questo la Puglia si conferma essere terra di contraddizioni. Per oltre un secolo ha esportato braccia in Europa e nelle Americhe, vivendo anche grazie alle rimesse dei propri emigranti. Ed oggi tollera lo sfruttamento degli immigrati, la ghettizzazione degli extracomunitari, le discriminazioni verso la gente di colore. Certo non in maniera generalizzata ed in ambiti limitati e circoscritti alle aree geografiche più retrive.

Ma mentre ti immagini la Puglia sulla peggiore negazione dei diritti, questa terra ti costringe a non saltare a conclusioni sbagliate, perché è capace di esprimere un ministro dell’agricoltura, #TeresaBellanova, che è il più strenuo e determinato avversario della criminalità nelle campagne e contro lo sfruttamento degli immigrati irregolari. Una donna, la Bellanova, che è proprio espressione della forza di reazione e della voglia di cambiare verso alla storia che da sempre ha questa terra.

Non sono un turista di passaggio, in Puglia sono nato, ho studiato, ho vissuto e perso affetti cari, ho cominciato presto a far politica, ho partecipato ad assemblee sindacali, ho contribuito a formare cooperative di lavoratori. Qui ho conosciuto Aldo Moro e , alla facoltà di filosofia a Bari, Biagio De Giovanni e Beppe Vacca, lo statista democristiano e i nuovi teorici del PCI. Qui ho fatto volontariato, ho maturato amicizie durate nel tempo, ed ho coltivato i miei sogni e le mie inquietudini, ma anche la mia voglia di contribuire a far “volare” la Puglia.

E, come è ovvio, tante illusioni, vissute a volte con rabbia e a volte con dolce nostalgia.

Poi pensi che nella storia politica contemporanea di questa regione hanno lasciato un segno indelebile uomini come Aldo Moro e Giuseppe Di Vittorio e oggi ti ritrovi con Michele Emiliano e Barbara Lezzi. Cosa dire? Nel migliore dei casi un impenetrabile sorriso!

Mentre scorrono i fotogrammi di una storia, la mia e quella delle mie radici e del mio legame con la mia terra, guardando attraverso il finestrino della mia auto il panorama che mi circonda, accolgo con grande entusiasmo la notizia della candidatura di #IvanScalfarotto, esponente di Italia Viva e del fronte riformatore e progressista, alle elezioni del governatore della Puglia, il prossimo 20-21 settembre. E così le attese si colorano di nuove speranze e la voglia di impegno politico anche qui nella mia terra, torna forte come negli anni 60, quando sognavamo che gli aquiloni potessero volare e con essi la Puglia. Forse con tanta ingenuità, ma quei sogni ci hanno resi uomini.

Anche per questo continuerò a tornare in #Puglia

(Ruggiero Borgia)

tutte le foto nell’articolo sono di M.Teresa Borgia (c), che ringraziamo
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