Con la novazione della Convenzione urbanistica con il costruttore titolare della licenza per la realizzazione del terzo palazzo nella zona di Piazza dei Navigatori, il Comune di Roma percepì circa 17 milioni di euro di oneri concessori da investire in interventi e opere pubbliche. La maggioranza capitolina pentastellata, anziché destinare almeno parte di tale cifra ad interventi per il quartiere che circonda la nuova edificazione, decise di destinarli alla realizzazione di opere o servizi su tutto l’VIII Municipio. Già questa scelta rompeva l’equità del principio risarcitorio degli oneri concessori, ma la maggiore assurdità era che il “cosa” realizzare dovesse essere deciso con una partecipazione civica che rispondesse alla filosofia M5S, cioè all’uso prioritario delle consultazioni/votazioni via web. L’unico gruppo di lavoro nominato a tale scopo, anziché aprirsi al contributo di tutti i cittadini interessati, a cominciare dai cittadini attivi nei comitati di quartiere, si propose come un “focus group” di 60 componenti estratti a sorte tra tutti i residenti e lavoratori dell’VIII e che si fossero autocandidati entro il 9 luglio 2018 (336 le candidature pervenute). Il gruppo elaborò le proposte da sottoporre alla valutazione dell’Amministrazione, mentre gli altri residenti (o domiciliati o lavoratori) del Municipio potevano caricare idee e progetti su un’apposita sezione del portale di Roma Capitale fino al 22 luglio 2018, dove si potevano consultare e supportare le proposte progettuali via via pervenute. In seguito, dopo l’analisi di un tavolo tecnico, le proposte giunte dal focus group e quelle presentate online, che avessero ottenuto almeno 50 consensi, potevano essere sottoposte a una votazione on line dei cittadini (residenti del Municipio).
Il bando del processo partecipativo alle trasformazioni urbane, come risulta dal sito del Comune, era così strutturato:
“Dal 13 al 26 settembre è prevista la votazione online pubblica riservata ai cittadini e ai lavoratori dell’VIII Municipio per decidere in quali opere pubbliche spendere i circa 17 milioni di euro, provenienti dalla nuova convenzione urbanistica di Piazza dei Navigatori.
Sono 80 le opere che hanno superato il vaglio del Tavolo tecnico riunitosi nel mese di agosto per valutare il grado di fattibilità delle proposte dei cittadini e la loro eventuale integrazione con progetti dell’Amministrazione.
Gli 80 progetti sono divisi in due distinte liste: le proposte dei cittadini e le proposte elaborate sia dai Dipartimenti e dal Municipio VIII.
Chi può votare:
Possono partecipare le cittadine e i cittadini, italiani e stranieri, residenti o domiciliati nel Municipio VIII, e tutti coloro che svolgono comprovata attività di studio o lavoro sul territorio. Per partecipare è necessario essere iscritti al portale di Roma Capitale utilizzando le proprie credenziali personali, quelle di SPID o quelle della Carta Nazionale dei Servizi.
Come votare
È possibile esprimere al massimo 6 preferenze: tre da attribuire per ognuna delle due liste. La votazione resterà aperta 14 giorni, al termine dei quali sarà stilata una graduatoria finale. Ogni voto vale 1 punto. Il voto alle proposte del focus group vale 1.5 punti grazie a un coefficiente di premialità aggiuntivo pari a 0,5.”
Commento
1 – Si trattava nella stragrande maggioranza, per non dire totalità, di opere di manutenzione più o meno straordinaria che non incrementavano la dotazione di spazi pubblici del Municipio. Segnalavano solamente la progressiva incuria che investiva la città.
2 – Si trattava di opere di manutenzione con importi relativamente modesti che in linea teorica potevano essere finanziate tutte con i 17 milioni disponibili.
3 – La metodologia attuata nel processo, oltre all’assurdità di chiedere ai cittadini proposte progettuali che avrebbero richiesto competenze tecniche specifiche, adottava anche una forma di differenziazione del voto attribuendo una premialità incomprensibile ad alcuni voti anziché ad altri.
Il Presidente municipale Amedeo Ciaccheri aveva avanzato forti rimostranze per un percorso che a suo dire metteva in secondo piano anche la Giunta e il Consiglio municipale, organismi di prossimità che avrebbero dovuto svolgere il ruolo di attori principali nelle decisioni che riguardavano il territorio di competenza ed il 29 novembre (2018) il Municipio VIII bocciava il bilancio Capitolino. Lo scontro in aula si era consumato quasi interamente sulla vicenda di piazza dei Navigatori e dei 17 milioni di euro di oneri derivanti dalla nuova Convenzione urbanistica approvata dall’amministrazione Raggi. Nell’occasione, la decisione sull’utilizzo di questi fondi,demandata ai cittadini attraverso un assurdo processo partecipativo online, fu fortemente criticata dal Municipio, il cui Presidente aveva più volte definito “questo sistema una competizione e non una partecipazione”. Il rischio era che tra i 18 progetti che dovevano essere finanziati, decisi dal voto online, non ve ne fosse alcuno ricadente nell’area che aveva generato tali fondi.
Il giorno dopo, 30 novembre, la Sindaca Raggi in una conferenza stampa, nel commentare il processo partecipativo, dichiarava: “Sono i cittadini a scegliere. La democrazia partecipata è tra gli obiettivi principali dell’Amministrazione, come dimostrato da questa esperienza e dal lavoro che stiamo portando avanti sullo Statuto capitolino allo scopo di rendere sistematico il coinvolgimento dei cittadini”. Sicuramente non c’era comunanza d’intenti tra la prima cittadina e il Presidente del Municipio VIII, Amedeo Ciaccheri, che tornava a parlare di “percorso competitivo” che ha visto il coinvolgimento di una esigua minoranza(circa il 2%) dei cittadini: “Si disperdono a pioggia risorse senza toccare il quadrante che ha subito l’impatto delle opere private. Ad esempio – seguitava– non c’è nemmeno un euro per il mercato di zona. Il compito del Municipio è quello di rispondere a quei bisogni che non sono stati risolti. Lavoreremo a un nuovo tavolo e chiediamo che il Campidoglio ci metta il massimo impegno”.
Nodo interessante di tutta la vicenda riguarda il 14esimo progetto inserito in graduatoria, cioè la demolizione e ricostruzione dell’ex edificio scolastico di viale di Tor Marancia 103. La scuola ormai è ridotta a uno scheletro e il giardino perimetrale è invaso dalle sterpaglie. È proprio questa condizione d’abbandono, assieme alla volontà di dotare il quartiere di un punto d’aggregazione, che aveva spinto un gruppo di cittadini a promuovere questo progetto all’interno del processo partecipativo online. Inizialmente l’opera era stata inserita in graduatoria interamente (come ultima finanziata), poi con la Delibera comunale del 2 novembre 2018 era stata rimodulata. Dall’importo iniziale di 4milioni e 800mila euro, che comprendeva abbattimento dell’esistente, progettazione e costruzione del centro, si era passati a un impegno di soli 700mila euro per demolizione e progettazione, “rinviando alle annualità successive il reperimento dei fondi per la ricostruzione del centro culturale”. In questo modo si voleva fare spazio ad altri quattro importanti interventi;decisione fortemente criticata dal comitato, che aveva proposto e portato avanti l’intero progetto che rappresentava l’unica opera pubblica ricadente nell’area Navigatori/Tormarancia, a parziale risarcimento dei disagi che la zona aveva dovuto sopportare e che venivano compensati con gli oneri di urbanizzazione.
Sul decurtamento dei fondi era intervenuto Il Presidente Ciaccheri: “Ci dicono che troveranno le risorse da altre parti, ma noi faremo richiesta esplicita per chiudere l’opera nel 2019, altrimenti l’impegno del Municipio è chiedere di razionalizzare le 18 opere facendo delle scelte che premino la prossimità con piazza dei Navigatori”. Queste le parole di Ciaccheri che preludono ad un ipotesi di rimodulazione delle risorse destinate ai singoli progetti e ad una giusta pretesa di maggiore attenzione alle aspettative dell’Amministrazione Municipale, motivata dalla necessità che una parte consistente delle risorse fosse a beneficio del quadrante che ospitava i nuovi complessi per i quali il Comune aveva incassato gli oneri di urbanizzazione.
Che Ciaccheri l’abbia spuntata lo dimostra l’atto formale firmato il 1° Luglio per la nascita del nuovo centro culturale di Tor Marancia che ospiterà anche la Scuola di Danza e di Canto Corale del Teatro dell’Opera di Roma. Al fianco di questa istituzione culturale ci saranno anche sale gestite con le realtà del territorio e un’aula magna. Il protocollo d’intesa è stato siglato durante l’incontro in Campidoglio con la Sindaca Virginia Raggi, dal Sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma, Carlo Fuortes, dall’assessore Luca Montuori, dall’assessora Linda Meleo e dallo stesso presidente del Municipio VIII Amedeo Ciaccheri, che ha anche avanzato l’ipotesi di dedicare il nascente centro alla memoria di Nicola Ugo Stame, tenore partigiano, fucilato alle Fosse Ardeatine.
La questione spinosa sta ne fatto che questo progetto, sin dai suoi primi passi, non è stato esente da critiche. In particolare è la precedenza rispetto ad altre opere approvate con #RomaDecide ad aver alimentato critiche: “Il municipio ed il comune dovrebbero impegnarsi per realizzare prima i 13 progetti che hanno ottenuto più voti – affermano dal Comitato Parchi Colombo promotore di un altro progetto risultato vincitore – Se si richiede ai cittadini di votare il risultato andrebbe poi rispettato anche nella priorità di realizzazione delle opere”. Una posizione non condivisa dal Municipio VIII, che vede invece in questa opera un’occasione per il territorio, spiegando che l’ordine di realizzazione è stato rivisto quando sono stati reperiti i fondi per realizzare interamente il Centro Culturale, evitando di lasciare un’opera incompiuta (con la sola demolizione). Anche il Comitato promotore del progetto, pur parlando di una ‘vittoria dei cittadini’, sottolinea che non è esattamente ciò che era stato chiesto: “Il Comune e il Municipio VIII stanno procedendo nel senso opposto a quanto emerso nel processo partecipativo, che aveva chiaramente espresso contrarietà alla cessione di gran parte dello spazio del futuro centro culturale al Teatro dell’Opera – e ancora – La realizzazione del Centro sarà comunque una vittoria dei cittadini che lo hanno proposto, lo hanno votato e hanno proseguito nel fare pressione per ottenere il reintegro dei fondi”.
Resta comunque il fatto che il procedimento assurdo per scegliere le opere adottato dalla giunta capitolina era stato messo giustamente in discussione sin dall’inizio dall’Amministrazione municipale ed in particolare dal suo Presidente e che, alla fine è riuscito a riportare, in coerenza con il principio della compensazione del gravame urbanistico generato dai nuovi insediamenti, una parte consistente delle risorse nel quadrante municipale dove erano state realizzate le costruzioni che avevano generato tali risorse come oneri concessori.
Le vicende su esposte hanno, tuttavia, aperto di fatto una situazione che si sarebbe potuta evitare se inizialmente i fondi fossero stati destinati alla zona interessata, senza chiamare al voto, con meccanismi tutt’altro che semplici e senza aver adeguatamente riflettuto sulla consistenza e i tempi di realizzazione di alcune opere, risultate poi nella graduatoria finale, e si sarebbe evitato di mettere cittadini dello stesso municipio, di quartieri diversi, in competizione tra loro, ed è affidata alla saggezza e alla comprensione dei cittadini stessi ora, provare ad analizzare e comprendere l’intero svolgimento della vicenda, deducendo alla fine come sempre che si sta dalla stessa parte e a non accettare le regole della “guerra tra poveri”. Resta inoltre da chiarire, stavolta a carico delle istituzioni (Municipio e Comune) come si voglia gestire la realizzazione dei progetti richiesti dai cittadini, rientrati in graduatoria e successivamente depotenziati in termini di budget.
NB L’articolo trae ispirazione e contenuti dalle seguenti fonti:
- Sito del Comune di Roma
- Articolo del 18.07.2018 della redazione del Sito Carteinregola dell’omonima associazione
- Articolo dell’Urloweb.com del 13 Dicembre 2018
- Articolo dell’Urloweb.com del 1° Luglio 2020
(La redazione)