La strategia di IV per la Roma del 2031, incardinata nel metodo di consultazione e costruzione corale di una possibile agenda Urbana, ha bisogno da subito di mostrare le ricadute concrete nelle modificazioni e nel miglioramento della città.
Nel processo di definizione dell’Agenda non si può dividere un prima e un dopo, ma si deve descrivere unitariamente un vettore ed il verso che si intende dargli. Questa è la condizione per diventare credibile subito e costruire una visione collettiva di speranza.
Va assolutamente evitato di comporre una lista di azioni in un lungo e noioso elenco di promesse recitato dal nostro candidato Sindaco. Se invece si dovesse fare solo riferimento a grandi progetti da creare nel futuro, qualunque proposta perderebbe di credibilità: tutti ormai hanno ben presente i tempi di redazione e approvazione, nessuno si fa più trascinare dalle visioni della politica-spettacolo, la bigness ha mostrato i suoi limiti. D’altro canto si dispone di un ampio parco progetti su Roma, svolti anche in più di una versione.
Per scrivere le idee per una nuova urbanizzazione della città, dobbiamo applicare a questa eredità un setaccio di criteri, sulle qualità insediative e per lo sviluppo, che dimostrino lo spessore della politica di IV per questa città.
IV non propone di fare progetti ma di costruire le politiche. Non una politica ma le politiche plurali, una molteplicità coordinata di iniziative in grado di rispondere alle istanze provenienti dalle diverse città e cittadinanze che compongono Roma. Abbiamo imparato da MappaRoma quanto servano politiche differenziate, mirate e selettive per rispondere in modo completo ma trasversale alla moltitudine di luoghi e gruppi che formano Roma.
IV non propone un elenco di progetti ma un metodo e criteri selettivi per fare sia una città comoda dove si vive bene sia una città dove le attività economiche si organizzano secondo un profilo di successo. Dall’esempio di Milano si riesce a capire che per avere un buon risultato è bastato cambiare le regole tra cittadini, imprese e politica pubblica.
IV non spreca i progetti del passato, come spesso gli ultimi Sindaci che si sono avvicendati hanno fatto, non intende sconvolgere il quadro delle aspettative e degli operatori del mercato immobiliare e delle opere pubbliche. Invece i progetti disponibili vengono selezionati in coerenza con gli obiettivi di crescita e sviluppo che si vuole dare a questa città e vengono rivisitati non solo sotto il profilo della redditività ma sia sotto il profilo del valore aggiunto di urbanità dello spazio pubblico sia dei costi di infrastrutturazione ricadenti nel bilancio comunale.
La revisione per una città disponibile ai bisogni civici
Bisogna passare dalla quantità e dalla produzione di oggetti nella città all’identificazione delle prestazioni che essa deve dare ai suoi cittadini e alle attività economiche. IV ha il coraggio di costruire un nuovo modo di guardare i vecchi problemi, risolvendoli in equilibrio tra bisogni civici, profitto imprenditoriale e sostenibilità ambientale. Roma diventa una città adattiva, plasmabile, aderente ai bisogni, in un certo senso “morbida”.
Mettendo al centro la soddisfazione dei bisogni della città con metodi nuovi, si dimostra che le vere aspettative verso una qualità insediativa migliore, chiedono di passare:
Dalla difesa dell’ambiente esercitata con restrizioni e vincoli a una riconfigurazione dei quartieri in sintonia con la forma del terreno e le preesistenze naturali e artificiali.
Dal disegno meccanico delle reti della mobilità centrato solo sull’efficienza aziendale, all’accessibilità come servizio che garantisca sia la vita di quartiere che la connessione con le reti urbane e il rapporto con la città.
Dai grandi progetti dove la vision ha sopraffatto la fattibilità e ha generato opere incompiute e relitti, a progetti in equilibrio tra profitto e qualità dello spazio pubblico e dei servizi.
Da aree verdi tra i quartieri cedute e mai attrezzate a corridoi ambientali organizzati e accessibili, inseriti nella vita e nell’uso quotidiano; oppure da parchi e beni culturali dimenticati e inaccessibili a luoghi della cultura e del tempo libero lungo itinerari identificabili.
Dalla guerra al cemento per principio, ad amministrazione corretta ed equilibrata della densità e degli usi misti e integrati, abituandosi ai simboli verticali e al costruire sul costruito.
Da città dell’occupazione del suolo a città dell’organizzazione e dell’uso coordinato delle tecnologie per una vita più fluente, secondo il motto: softer may be smarter.
Dallo slogan della conservazione e del riuso a tutti i costi alla pratica reale degli adeguamenti possibili; in molti casi i gusci rimasti vuoti delle attività presentano notevoli rigidità a un possibile riutilizzo come ad esempio i Forti, altri sono più flessibili come Mattatoio o ex Ansaldo o Bicocca.
Anche agli attori che intervengono nel processo di trasformazione della città va proposta da IV una riconfigurazione che, senza perdere il profitto, riesca ad esaltare i profili più attraenti e innovativi del loro settore. Gli operatori immobiliari devono sviluppare le loro prospettive di profitto esplicitando e dando valore economico anche alle forme di esternalità che provengono loro da una città riqualificata ed efficiente e dal sistema pubblico della infrastrutturazione. I fornitori di servizi a rete e del trasporto devono pensare a nuove e più resilienti forme di esercizio. Il sistema del welfare va completamente ripensato per nuovi bisogni e nuovi cittadini.
L’equilibrio con sviluppo e crescita.
Dall’altra parte non possiamo dimenticare che Roma, per essere viva e in continuo mutamento, per avere ruolo internazionale, tra i bisogni, oltre a quelli di qualità della vita della popolazione insediata, deve inserire quello di avere precise prospettive di crescita e sviluppo in quei settori più volte segnalati che, assieme alle funzioni di Capitale, ne devono costituire la base economica e devono essere accompagnati da progetti di trasformazioni strutturali per l’adeguamento e il suo nuovo profilo.
Non possiamo negare la presenza degli sviluppatori immobiliari e delle operazioni necessarie da svolgere per innovare l’immagine di direzionalità da Capitale e della finanza presenti a Roma. Non possiamo negare che il turismo, accompagnato dalla domanda di impiego del tempo libero e della fruizione culturale, abbia un futuro importante anche se sono completamente da rivedere i paradigmi secondo cui viene fatto praticare. E’ assodato che l’industria del cinema e dell’audiovisivo è in pieno rilancio in Italia e bisogna potenziarne le forme innovative con cui si affaccia al mercato internazionale. In maniera sommessa, con localizzazioni diffuse e periferiche di piccole imprese, Roma sta diventando un hub della tecnologia e della sperimentazione di start- up, cui va data la giusta immagine imprenditoriale e un pacchetto di servizi e infrastrutture adeguato. Le Università e il sistema della ricerca connesso, sebbene solidi, hanno bisogno di un rafforzamento di immagine e di luoghi importanti dell’autorappresentazione.
Ma allora nell’Agenda Urbana la guida nella scelta delle più importanti trasformazioni, dovrà essere quella di selezionare i progetti più utili allo sviluppo delle attività trainanti, assoggettandoli alla revisione secondo il nuovo metodo della città dalla migliore qualità insediativa, della città duttile e guardata con un nuovo sistema di valori, di una citta “morbida” in grado di tenere in equilibrio molti fattori insieme.
E’ di tutta evidenza che le idee guida proposte debbano essere oggetto di una verifica esplorativa con i principali attori del processo, non certo per definirne gli aspetti progettuali, quanto piuttosto per appurare anche da parte dei soggetti forti la fattibilità ed il realismo del modello di città proposto da IV.
Il percorso della politica urbana per Roma
IV costruisce così una politica urbana per Roma che, con i criteri della “città morbida” ha un centro e due processi tra loro connessi: quello della qualità insediativa di quartieri integrati e dello scorrere della vita quotidiana, e quello dei progetti urbani per il nuovo sviluppo della città. Sono due reti di relazioni di interessi di aspirazioni di comportamenti che si sostengono reciprocamente e si connettono in alcuni luoghi speciali.
IV ritiene che questo è il percorso per ricostruire una visione collettiva condivisa per Roma, ormai abbandonata da tempo con l’attestamento dell’attenzione sui bisogni minimi.
IV ritiene che questa costruzione verso l’Agenda urbana per Roma sia indispensabile per rifondare la coesione della città su una sostanza valoriale: i valori non sono astratti ma guidano le azioni e hanno ricadute economiche e sociali concrete. Solo così potremo avviare una ripresa di prospettiva e di rimessa in chiaro partecipata del profilo della città e, partendo dal principio dell’identificazione e rispetto della forma urbana primaria, delinearne i tratti programmatici e del futuro.
( a cura di Vittoria Crisostomi e del TAVOLO7) – ROMA 2020 – “IDEE PER UNA NUOVA URBANIZZAZIONE DELLA CITTA” – IL PERCORSO PER LA ROMA DEL 2031
