In vista della prossima Leopolda romana, pubblichiamo nella categoria corrispondete una serie di documenti preparatori. In questo post:
INNOVAZIONE E SEMPLIFICAZIONE PER UNA PROPOSTA DI GOVERNO PER ROMA
a cura di Alfredo Letizi
ANALISI DEL CONTESTO
Roma ha bisogno di una profonda spinta al rinnovamento, che, partendo dai bisogni dei cittadini per un’amministrazione open ed efficiente, li sappia interpretare e che, con l’aiuto della tecnologia, tenda a migliorare i servizi erogati. Attraverso questo approccio, si tende a potenziare nettamente la qualità della vita dei cittadini, a favorire l’integrazione, a diminuire le disuguaglianze.
Per consentire un corretto approccio all’innovazione, da una parte vanno individuate buone pratiche che rivedano i processi di erogazione dei servizi e da un’altra va costruita una comunità di cittadini che colga questa come una opportunità di miglioramento dei requisiti dei servizi stessi e come un risparmio del tempo dedicato (o meglio perso) nelle attività burocratiche.
Obiettivi quanto mai importanti da perseguire, soprattutto nel momento in cui la pandemia ha stravolto ritmi e stili di vita, imponendo nei fatti modelli di città alternativi e sostenibili che molte capitali europee stanno già mettendo in atto, con risultati “rivoluzionari”.
TAVOLO INNOVAZIONE: LA ROMA CHE VORREMMO
La Roma che vorremmo non ha una scadenza temporale nella innovazione e nel miglioramento, perché qui si tratta di servizi in continui integrazione e potenziamento. Infatti, la smart city che vorremmo iniziasse ad essere Roma, sin dalla prossima sindacatura, è una città che:
- sceglie la via del miglioramento del funzionamento della vita cittadina e municipale, ponendo al centro i propri cittadini. Per questo deve ripensare un nuovo paradigma urbano dove la città è completamente integrata, una smart city;
- tramite l’impiego diffuso delle nuove tecnologie, integra, connette e fa dialogare tra loro le infrastrutture materiali con tutti i settori vitali che rendono una città contemporanea “amica” e facile da vivere. La smart city cui noi puntiamo diventa quindi il motore del funzionamento
sonodei servizi al cittadino, per la mobilità, l’energia, i rifiuti ed il rendering architetturale della nuova città; - tramite l’integrazione tra la molteplicità dei servizi e delle efficienze in essi perseguibili, mira decisamente alla loro integrazione, tramite una piattaforma che assicuri interoperabilità e coordinamento tra tutte le varie banche dati interessate ai processi da connettere tra loro, per la gestione ordinaria della mobilità fisica e tecnologica ;
- sostiene le imprese, ne favorisce il network per costruire l’ecosistema con il quale sviluppare i servizi e le affianca per semplificare la gestione amministrativa;
- sa attrarre comunità, cittadini, investitori in modo da generare valore per i programmi ed i progetti che sa proporre;
- è dotata di una governance chiara e trasparente, integrata in un modello in cui sono chiari mandati e responsabilità, in cui sono strategiche le funzioni di coordinamento proprie del Direttore generale (City Manager), con le varie strutture direttamente dipendenti dal Comune, i municipi, le aziende municipalizzate o in house e/o comunque dipendenti dal Comune.
———————————————————————————————————————–
LA SMART CITY
Il Piano Investimenti EU 2020 (integrato e sostituito da Next Generation EU) prevede il finanziamento di specifici progetti che si muovono nell’ottica della smart city, mentre le città si stanno trasformando ad un ritmo sempre più veloce. L’urbanizzazione crescente, le continue evoluzioni tecnologiche, i comportamenti e le abitudini dei cittadini, sempre più modificate dalla digitalizzazione, influenzano profondamente la vita dei centri urbani, ponendo alle città sfide nuove ed importanti ogni giorno. Per effetto anche della pandemia, andranno ripensati superfici e servizi, perché nel primo caso, l’impossibilità, almeno fino alla scoperta del vaccino, di poter condividere spazi per tutte le attività lavorative, impone una riflessione; mentre nel campo dei servizi la loro integrazione è fondamentale per consentire ogni tipo di attività ed il conseguente monitoraggio.
Questa evoluzione mette in grande pressione le infrastrutture urbane e rappresenta una sfida che può essere affrontata, in modo sostenibile, solo attraverso un cambiamento profondo dell’intero ecosistema cittadino, promuovendo una visione di città che si fonda sui principi dell’economia circolare. Tra il 1900 e il 2015, la percentuale di popolazione residente in città è cresciuta dal 14% al 54% e le proiezioni prevedono che raggiungerà il 66% entro il 2050.
Roma ha dalla sua la possibilità di utilizzare le proprie aziende municipalizzate, per poter diventare capofila di questa strategia, ripensando opportunamente la loro mission, proprio per gli effetti della pandemia covid-19.
Il Comune ha definito delle linee di indirizzo in base alle quali è necessario ripensare il modello di città e non solo i singoli servizi resi, in una visione strategica, in quanto necessariamente integrati. Qui di seguito sono individuate alcune iniziative già in essere o in procinto di diventarle, ed alcune proposte, che indichiamo anche sulla base di esperienze già maturate nelle città più avanti nell’attuazione delle smart city.
Fondi strutturali riconducibili alla Smart City – Progetti attualmente esistenti su Roma
Il Comune di Roma recentemente ha indicato i progetti per la programmazione 2014-2020, nell’ambito del Programma Operativo Nazionale (PON) “Città metropolitane”. Molti di essi non hanno ancora prodotto spesa e che l’assetto complessivo manca completamente di un vero disegno unitario, proprio di un progetto di smart city.
Su questo tema, è invece importante sottolineare che il Consiglio Ue ha dato il via libera alla completa flessibilità nell’uso dei fondi strutturali europei in risposta alla crisi del coronavirus. Il Consiglio ha approvato il 22 aprile 2020 il secondo pacchetto di misure proposto dalla Commissione UE per consentire ai Paesi di riprogrammare le risorse della politica di coesione e indirizzarle verso nuove priorità, come il sistema sanitario e il supporto alle Pmi. Il pacchetto (chiamato Iniziativa d’investimento in risposta al coronavirus Plus – CRII Plus) è stato proposto dalla Commissione Europea il 13 marzo 2020, approvato dal Parlamento Europeo il 26 marzo e infine adottato il 30 marzo dal Consiglio, entrando in vigore il 1 aprile 2020. Con questo intervento la Commissione Europea ha proposto di mobilitare le riserve di liquidità dei fondi strutturali e di investimento europei (i fondi di Coesione), con l’obiettivo di sostenere gli Stati membri il più rapidamente possibile e con la massima flessibilità. Gli Stati membri non dovranno più restituire le somme (pari ad 8 miliardi di Euro) del prefinanziamento ricevuto ma non utilizzato per il 2019 nell’ambito dei fondi strutturali e di investimento europei, entro giugno 2020, come invece precedentemente previsto. Potranno trattenere questa cifra che, sommata con ulteriori 29 miliardi a carico del bilancio europeo, garantiscono 37 miliardi di Euro per far fronte all’emergenza Coronavirus. Le norme per la spesa per la coesione saranno applicate con la massima flessibilità, rendendo ammissibili tutte le spese connesse alla crisi del Coronavirus.Nell’anno contabile 2020-21, ai Paesi sarà concesso di trasferire risorse fra fondi diversi, regioni e settori, e potrà anche essere sospeso l’obbligo di co-finanziamento nazionale.
Il contributo di ENEL X al tema delle smart cities
Nell’ottica della “città intelligente circolare”, Enel X si è proposta come capofila di un progetto in cui risultano integrati i seguenti servizi relativi a:
FLUSSI DI PERSONE: soluzioni digitali (app, portali web):
FLUSSI URBANI ED IN PARTICOLARE L’ENERGIA: una piattaforma digitale che integra ed elabora le informazioni tra i diversi strati urbani;
EDIFICI: efficienza energetica e soluzioni Demand Response per edifici – Soluzioni di illuminazione architettonica per edifici ed arredo urbano;
VERDE ED AREE PUBBLICHE: infrastrutture di illuminazione pubblica come colonna portante per nuovi servizi smart;
INFRASTRUTTURE E TRASPORTI: infrastrutture di mobilità elettrica per uso privato e pubblico;
INFRASTRUTTURE DEL SOTTOSUOLO: connettività a banda ultralarga che permette servizi innovativi.
- Il contributo di ENEL X al tema delle smart cities;
ENEL X propone nuovi servizi di supporto anche per la Pubblica Amministrazione ed i cittadini. Facendo leva sull’infrastruttura urbana di illuminazione pubblica e sulle piattaforme digitali, la società intende offrire ai propri clienti numerosi “servizi digitali”, integrando le informazioni provenienti da sensori e videocamere disseminate nelle aree urbane, oltre a quelle provenienti dalle molteplici fonti disponibili oggi in ambito big data.
Non manca in tutto questo una particolare attenzione alla sicurezza, ovvero “il servizio di videosorveglianza, basato su dati di videocamere e sensori installati sulla capillare infrastruttura di illuminazione pubblica di Enel X, (che, n.d.r.) permette di evidenziare tempestivamente eventi critici per la sicurezza dei cittadini e mandare allarmi alle autorità preposte, nel rispetto totale della privacy”.
———————————————————————————————————————–
Le città intelligenti in Italia
Milano, Firenze e Bologna sono le città più smart d’Italia secondo il rapporto annuale ICity Rank 2019 realizzato da FPA, società di servizi e consulenza del gruppo Digital360. Su 107 comuni capoluogo, Milano si conferma al primo posto per il sesto anno consecutivo. Dall’ultimo report si evince però, che molte città italiane si stanno fortemente impegnando nel raggiungerla.
A far parte della classifica delle prime dieci, Bergamo, Trento, Parma, Modena e Reggio Emilia.
Non ci sono stati buoni risultati purtroppo, per le città del Sud.
Main partner della ricerca di FPA, Enel, Engie e Olivetti.
Ricerca FPA: gli indicatori per ICity Rank FPA, per definire il ranking delle citta piu smart, ha indagato su oltre 100 indicatori basati su più di 250 variabili, sintetizzati in sei dimensioni urbane. Si tratta di:
· solidità economica;
· mobilità sostenibile;
· tutela ambientale;
· qualità sociale;
· capacità di governo;
· trasformazione digitale.
Milano non è solo capolista della classifica generale, ma è anche la città ad aver ottenuto il punteggio più alto nella solidità economica e nella mobilità sostenibile. Ma nonostante le iniziative degli ultimi anni, deve ancora lavorare molto sulla tutela ambientale, dove occupa il 54esimo posto.
Il modello utilizzato da FPA è stato implementato grazie ad un’analisi dei principali modelli di rating e ranking utilizzati a livello internazionale.
La solidità economica
La solidità economica di una città, secondo ICity Rank, si traduce in:
· consistenza economica;
· creazione di opportunità lavorative;
· innovazione del sistema imprenditoriale e produttivo.
Dopo Milano, in questa categoria, si collocano Bologna, Monza, Lecco, Bergamo, Modena, Parma e Reggio Emilia. Queste otto province ospitano solo il 13,7 % della popolazione italiana, ma si differenziano per:
- valore aggiunto pro-capite;
- reddito Irpef medio;
- tasso di imprenditorialità;
- imprese ad alta conoscenza;
- start-up;
- coworking.
La mobilità sostenibile
La fitta rete di trasporti pubblici milanesi, unita ad una diffusione sempre più capillare degli strumenti car-sharing e bike-sharing, che negli ultimi anni hanno conosciuto un grande successo, sono alla base del primo posto guadagnato da Milano anche nella classifica inerente alla mobilita sostenibile.
Muoversi a Milano è facile. Metro, tram, autobus, condivisione di veicoli. Avere la possibilità di utilizzare i mezzi pubblici, o tramite una semplice app, prenotare un auto o una bicicletta, riduce considerevolmente il ricorso ai veicoli privati. Rimane da migliorare la funzionalità delle aree pedonali, ferma a 43,6 mq per 100 abitanti.
Venezia, Firenze, Torino e Bologna sono rientrate tra le prime dieci, ma a stupire è il salto in avanti di alcuni piccoli e medi comuni (tra cui Lodi, Cuneo, Massa, Oristano, Aosta, Carbonia), che hanno deciso di investire e di ‘rischiare’ intraprendendo delle azioni mirate ad un vero cambiamento. Nuove ZTL, realizzazione di piste ciclabili, IT MOB, modalità meno inquinanti di alimentazione del trasporto pubblico: interventi che esprimono la volontà, anche dei più piccoli, di innovarsi e mettersi al passo dei più grandi.
L’indicatore IT MOB è ogni anno elaborato da FPA, raccogliendo dati sulla modalità di funzionamento degli impianti semaforici, sulla presenza di sistemi di info mobilità a supporto del trasporto pubblico e della mobilità privata, sui servizi internet per la viabilità utilizzabili dai cittadini.
La tutela ambientale
In fatto di tutela ambientale, è Trento a guidare la classifica ICity Rank 2019 come città più ‘intelligente’, in particolare per l’attenzione prestata alla depurazione dei reflui e alla qualità del servizio idrico.
A seguire, Prato, Bologna, Pisa, Firenze, Verbania, Rimini, Biella, Macerata e Perugia.
Sei gli aspetti presi in considerazione da FBA per determinarne le performance, ovvero:
· condizioni del suolo;
· qualità dell’aria;
· presenza di verde;
· utilizzo dell’energia;
· trattamento rifiuti;
· qualità del servizio idrico.
La qualità sociale
Sul podio Firenze, Milano e Bologna. L’analisi della qualità sociale ha tenuto conto di aspetti legati alla povertà, all’istruzione, al capitale umano, all’inclusione sociale, al valore artistico e culturale.
Le tre città in cima alla graduatoria della qualità sociale sono state premiate per:
- alta incidenza di occupazione;
- imprenditorialità culturale;elevata offerta universitaria;
- diffusione della formazione continua.
Si sono distinte anche Pisa, Trento, Parma, Udine, Siena e Verona.
La capacità di governo
Sono invece ben sei città dell’Emilia Romagna a essere tra le prime dieci nella categoria relativa alla capacità di governo. Bologna guida la classifica grazie agli ottimi punteggi ottenuti nella partecipazione civile, coesione sociale, legalità e sicurezza, introduzione di strumenti innovativi in ambito amministrativo. Milano resta fuori dalle prime dieci con un tredicesimo posto.
La trasformazione digitale
Le prime tre città della lista generale occupano i primi posti anche nella sezione ‘trasformazione digitale’. Prima Firenze, seguita da Bologna e Milano. Meritevole di saper sfruttare le nuove risorse derivanti dal mondo della tecnologia, Firenze si sta digitalizzando: app municipali, digital openness, wi-fi pubblico, trasparenza digitale, servizi online, social PA.
A dimostrazione del fatto che, anche in una città d’arte come Firenze, culla del Rinascimento Italiano e ricca di storia, arte e tradizione, il futuro può trovare il suo spazio.
————————————————————————————————————————
La classifica finale ICity Rank 2019
Gli indicatori, affinché la classifica generale delle città più smart possa essere stilata, vengono aggregati in un indice finale detto ‘ICity Rank’.
Nel complesso, come spiegato da Gianni Dominici, Direttore Generale di FPA, “il rapporto ICity Rank 2019 evidenzia come si stia progressivamente riducendo il divario tra Milano e le altre città. Se volessimo individuare una chiave di volta nel percorso verso la smart city, questa sarebbe certamente la capacità di conoscere e analizzare cosa avviene sui territori, incrociando i dati e le informazioni che arrivano dalle fonti più diverse, e utilizzandole poi per rispondere in maniera tempestiva e prendere decisioni mirate. Oggi non si può pensare di governare una città in maniera intelligente se non si possono governare i dati, attraverso processi che mettano insieme gli operatori pubblici e quelli privati che li producono e li detengono”.
Di seguito, i risultati finali tratti da ‘ICity Rank – rapporto annuale 2019″:

Il divario nord-sud
Evidente, dalla lettura della classifica generale, la distanza tra le città del nord e quelle del sud. La prima città del Mezzogiorno è Cagliari, al 37esimo posto. Seguita da Pescara, Bari, Lecce, L’Aquila, Napoli, Oristano. Dalla 77esima posizione in poi, tutte le città fanno parte del meridione.
Nella categoria mobilità sostenibile, la prima città del sud è sempre Cagliari, al 26esimo posto, seguita da Bari al 37esimo, e Teramo al 54esimo. Anche per quanto riguarda la qualità sociale, solo Cagliari e Bari portano a casa dei risultati anche se modesti (39esimo e 52esimo posto), ottenuti nell’istruzione e nell’offerta culturale.
L’importanza dell’innovazione digitale
Come dichiarato da Andrea Rangone, CEO di Digital360, “le tre città più smart sono anche le prime tre nella graduatoria dedicata alla trasformazione digitale, a dimostrazione di come le nuove tecnologie possano dare una spinta importante all’evoluzione intelligente delle città. La rivoluzione digitale sta già investendo in modo diretto i centri urbani, influenzando la produzione di beni e servizi e le relazioni sociali, creando le condizioni per offrire nuovi servizi individuali e nuove modalità di trasmissione dei servizi urbani collettivi”.
L’ICity Rank 2019 di FPA ha dimostrato come le città che decidono di iniziare un percorso di digitalizzazione diventino più competitive, riuscendo a scalare la classifica, ma soprattutto a guadagnarci in termini di qualità, vivibilità, efficienza.
- Le citta intelligenti in Italia. (All. 3).
————————————————————————————————————————
COSA PROPONIAMO PER ROMA: INNOVAZIONE E SEMPLIFICAZIONE AMMINISTRATIVA
Il perimetro di riferimento
E’ necessario identificare un elenco di punti che possano essere di riferimento dell’analisi:
• mappatura dei processi di erogazione di servizi (amministrativi, anagrafici, pagamento, ecc.), con volumi associati:
• identificazione dei processi strategici con servizi all’amministrazione interna e procedure verso il decentramento;
• gestione dei servizi anagrafici, per la corretta identificazione di processi di prima erogazione e rinnovi;
• rete di distribuzione servizi (Portale esercenti , INFOCAMERE, per servizi al cittadino);
• fabbisogni formativi per supportare i cittadini nell’apprendimento delle buone pratiche online (amministrazione in mezzo alle persone a mezzo strumenti multimediali) :
- Punto facile nelle scuole;
- Punto facile nei centri anziani;
- Punto facile nelle biblioteche e corner nei centri commerciali, ipermercati e terzo setttore per le fasce di età medie;
• Centro di competenza di innovazione comunale – modello Campus Party (università, incubatori, startup, aziende del territorio);
• Centro di competenza giovanile (dalle esperienze di alcune farm come Coderjo Roma, Garbatella,Technotown, Maker Fare Rome, PID punto impresa digitale);
- Convenzionamento per avviamento scuola lavoro Istituti / Licei per cittadinanza attiva /buone pratiche digitali;
- Sito Dipartimentale con i webinar per la conoscenza delle buone pratiche tecnologiche..
• TG Istituzionale per avvicinare i cittadini alle evoluzioni tecnologiche dei servizi e descrivere
le novità per le modalità come attraverso cui accedervi;
Call for Ideas per :
- cittadini (forum);
- amministrazione centrale;
- amministrazione municipale;
- aziende ed imprese del territorio;
- stakeholders ed ecosistema di riferimento (Istituti di Pagamento convenzionati, associazioni di categoria , startup, università, incubatori);
Gli Strumenti
• Piattaforma erogazione servizi modello Google suite o similari (identificazione protocollo standard comunale), sia per processi interni che esterni;
• integrazioni con reti di servizi al cittadino;
• rete decentrata ed online di erogazione servizi;
• app cittadina con servizi online, integrati con SPID e CARTA IDENTITA’ ELETTRONICA;
• dematerializzazione;
• connettività ad alta velocità di trasmissione dati;
• accordi strategici con enti (POSTE , BANCHE ed associazioni di categoria – FIT, enti terzo settore) per l’erogazione servizi decentrati, pagamenti tramite PAGOPA e finalizzazione pratiche amministrative e ritiro documentazione oltre municipi;
• erogazione carte di pagamento per il sostegno delle famiglie a basso reddito e similari;
• Applicazione modello Lean SIX SIGMA.
Le risorse
- Destinazione budget e voci di bilancio dedicate.
- Contratti con le società eroganti i servizi tecnologici comunali.
- Utilizzo dei finanziamenti europei.
————————————————————————————————————————
L’INNOVAZIONE ISTITUZIONALE: IL CITY MANAGER
Riforma Istituzionale Gestione Enti Locali
Il City Manager è una figura recuperata dall’esperienza anglosassone (in particolare da quella Americana) inserita nell’Ordinamento italiano dal ‘97 attraverso una delle «Leggi Bassanini» sulla Semplificazione e l’Innovazione dell’apparato pubblico Italiano.
Nello specifico era previsto che, per i comuni sopra i 15.000 abitanti, si potesse prevedere la nomina di un Direttore Generale (il City Manager) per la gestione di tematiche complesse, concernenti il management e lo sviluppo dell’Ente Locale interessato. Dal 2010 questo limite numerario è stato alzato a 100.000 abitanti.
Questa riforma potenzialmente disruptive e storica per l’ordinamento del Bel Paese rischia in realtà di rimanere lettera morta (come avvenuto fin ora) per due ordini di motivi:
1. Il limite dei 100.000 abitanti introdotto è ingiustificatamente abnorme. Questo dato sta a significare che comuni o province financo capoluoghi di regione (es. Campobasso) di un certo spessore e/o con aspirazioni innovative di un qualche tipo ma con un numero di abitanti <100.000 non possono avvalersi di questa figura.
2. La «volontarietà» dell’utilizzo di questa figura Manageriale permette inoltre anche ai comuni sopra i 100.000 abitanti (si veda Catania, >300.000 abitanti) di non prevedere deliberatamente questo Ruolo nelle loro organizzazioni Pubbliche. A causa di questa stortura, i compiti previsti per il City Manager possono essere affidati al Segretario Comunale, figura burocratica il quale, avendo funzioni e competenze essenzialmente di carattere burocratico-amministrative, non rappresenta certo il Top Manager che ci si aspetta!
Pertanto, quella che era nata come una figura costruita per garantire innovazione e dinamismo per offrire alla PA un afflato di gestione privatistica della res pubblica è stata «ridotta» ad un mero ruolo istituzionale, per di più molto spesso già previsto dall’EL stesso a prescindere.
- N
el caso del Comune di Roma, la figura del DG risulta presente ma non gli è fornita quella possibilità di manovra e di slancio innovativo che dovrebbe essere garantito ad un Manager, seppur pubblico. Anzi viene esplicitamente dichiarato che, ove non fosse nominato, le sue funzioni sarebbero attribuite al Segretario generale. Ed è ciò che attualmente avviene! Parliamo molto di Innovazione di Smart City, e città del futuro, ma poi rimaniamo ancorati ad una visione ormai obsoleta della struttura amministrativa.
Riforma Istituzionale Gestione EL – LA PROPOSTA DI ITALIA VIVA
E’ necessario rivedere la governance della Città di Roma e le funzioni dei diversi livelli istituzionali. Questo è un tema strettamente connesso al concetto di innovazione, pur essendo un discorso di “ingegneria istituzionale”. Infatti esso è sicuramente prodromico ad un’effettiva esternazione di tutte le opportunità e potenzialità richieste dal concetto di «Smart City» e di Innovazione Pubblica.
Proponiamo di procedere insieme – o alternativamente se i tempi politici non dovessero permettere di procedere contemporaneamente – su tre livelli:
A) modifica della legislazione vigente mediante un emendamento alla L.191/2009, modificato dall’art. 1, comma 1-quater, lett. d), della legge 42/2010 al fine di:
– portare nuovamente il limite necessario per l’utilizzo della figura del City Manager da 100.000 abitanti a 15.000 abitanti, ampliando la previsione della presenza di questa figura per gli Enti Locali sopra la soglia di grandezza di 15.000 abitanti, ripristinando quindi per quest’ultima realtà la previsione del comma 1 art 108 del D.Lgs. n. 267/2001;
– o in alternativa, in una accezione più stringente, si potrebbe anche decidere di eliminare del tutto il limite quantitativo visto che il concetto di Innovazione e Smart City supera il mero aspetto quantitativo e sfocia in un «ambito qualitativo»
– introdurre la possibilità di prevedere la figura del City Manager compatibilmente con la situazione contabile e finanziaria della città. Più precisamente, per quei centri urbani, che non sono riusciti a raggiungere il pareggio di bilancio negli ultimi 3 anni, si dovrebbero prevedere appositi finanziamenti parallelamente ad opportuni sgravi ( finanziamenti specifici) per sostenere il nuovo costo incombente. La motivazione sarebbe ovviamente quella di sostenere una spesa nel breve periodo per ottenere un beneficio tangibile e continuo nel lungo periodo;
– Definire, tra i compiti specificamente previsti per il Direttore Generale, un set di funzioni, obiettivi, strumenti, personale e budget intrinsecamente connessi allo sviluppo innovativo degli Enti Locali, al concetto di Smart City e a quelle concernenti la strategia di pianificazione locale.
Questa proposte di modifiche legislative mirano a chiarire in modo inequivocabile la natura riformatrice e innovativa di Italia Viva e la sua vocazione: perseguire l’obiettivo di efficientamento di tutta la struttura amministrativa locale intervenendo su tutto il livello nazionale.
B) A legislazione vigente: se la modifica legislativa dovesse risultare non attuabile, sarà necessaria la modifica dello Statuto di Roma Capitale, prevedendo per il Direttore Generale la possibilità di disporre di personale, compiti, strutture e funzioni e budget che gli permettano di conseguire concretamente gli obiettivi assegnati dalla Giunta Municipale e dal Sindaco;
C) A Statuto vigente: Se nemmeno lo Statuto dovesse essere modificabile in tempi ragionevoli, proponiamo la creazione di un Assessorato ad hoc, finalizzato ad attuare tutte le innovazioni ritenute necessarie. Questa soluzione ha l’indubbio vantaggio di risolvere immediatamente il problema, ma crea di fatto un super – assessorato, che dovrà essere accettato e soprattutto condiviso nelle sue finalità dalle altre forze politiche che compongono la maggioranza.
————————————————————————————————————————
LE PROPOSTE PER LA SMART CITY PER IL PROSSIMO QUINQUENNIO
La proposta di Italia Viva si modula su un programma esecutivo che vuole delineare lo scenario di intervento per il miglioramento della macchina amministrativa ed il perseguimento del modello innovativo di una Roma Nuova. Useremo dei verbi non al gerundio perché l’evoluzione della politica del fare rende certo il perimetro di intervento e la capacità di imprimere forza e tempo alla realizzazione. “Stiamo lavorando per voi” è un cartello che troppe volte abbiamo visto affisso per le strade di una città in cui i lavori sono fermi, in molti casi da tempo immemorabile. Sarà una Roma migliore se all’inizio avremo detto “faremo” e dimostreremo poi di aver fatto anche una parte del nostro lavoro; ma non dovremo mai, dopo anni, dire ancora “stiamo facendo”. Questo più che un modo di dire deve essere un manifesto del modello innovativo di una Roma Nuova. Descriviamo l’elenco programmatico con le proposte da seguire come filo conduttore non esaustivo, ma in alcuni casi complementare:
- Avvio del programma del punto 4 COSA PROPONIAMO PER ROMA: INNOVAZIONE E SEMPLIFICAZIONE AMMINISTRATIVA
- Istituzione Assessorato Innovazione e Smart Cities (in attesa della modifica statutaria sul City manager) con deleghe dirette sui processi e dotato di personale, strutture e budget idonei, reperiti prioritariamente tra quelle già in dotazione al Comune, tra quelle attinenti agli obiettivi assegnati;
- Centralizzazione del sistema informativo Comunale (Assessorati, Dipartimenti, Municipi) e del piano strategico sulla connettività della Capitale;
- Avvio di processi di condivisione con la cittadinanza per un Comune Aperto (per il miglioramento delle funzioni e costituzione rappresentanza per la cabina di regia);
- Revisione processi amministrativi centrali rispetto a tutte le competenze anche per lo snellimento della gestione territoriale dei servizi;
- Istituzione della Cabina di regia per l’erogazione dei servizi amministrativi di concerto con le società municipalizzate (es. modello conferenza dei servizi), in attesa dell’istituzione del City Manager;
- Avvio delle iniziative per la costituzione del modello smart city e l’identificazione degli stakeholder e la Call per le aziende del settore per il piano esecutivo.