Emergenze ed Aspettative
Nell’intento di raccogliere voci e bisogni dal vivo, così come stabilito nel nostro programma, si riporta qui di seguito esattamente ciò che i cittadini del III Municipio indicano come esigenze e problemi da risolvere “per una città morbida”.
Aspetti e problemi del Municipio III – Fulvia De Thierry con la collaborazione di Claudio Maria Ricozzi
Il terzo Municipio è diviso in due caratteri prevalenti: la parte della città compatta con urbanizzazioni ancora incomplete e esigenze di rigenerazione e una parte naturalistica in cui spiccano due riserve naturali protette.
Una è il parco della Marcigliana di 5000 ha di paesaggio non raggiungibile. Proprietà di privati, ad eccezione della zona di Tor San Giovanni, del Comune di Roma,di circa 60 ha lungo via della Marcigliana, con il sepolcreto di Crustumerium (II sec. A.C.),demaniale sotto stretta tutela archeologica, e dell’ex Orfanotrofio Femminile del 1933, divenuto ospedale geriatrico nel dopoguerra, dismesso negli anni Ottanta, in totale abbandono e degrado.
L’altra è il parco Valle dell’Aniene: nella parte urbana del III Municipio interessa le zone di Monte Sacro, Sacco pastore e Conca d’Oro fino alla confluenza del fiume Aniene nel Tevere, dove pascolano greggi di capre al fianco del centro commerciale sorto in data recentissima, la cui gestione è RomaNatura. Nel parco, covid19 permettendo, si attende la realizzazione di un progetto di riqualificazione paesaggistica sport e tempo libero, volto a tutelare la Riserva dell’Aniene dagli scempi perpetrati dal cantiere della metro C stazione Conca d’Oro. Si tratta del recupero di 30000 mq attraverso un restyling del parcheggio nei pressi della stazione, la creazione di un’arena per spettacoli e un intervento di bio-ingegneria che darà alla piazza un assetto naturalistico. Tuttavia si è ancora in attesa della gara di appalto per la costruzione del ponte ciclopedonale, necessario per il completamento del disegno del Parco delle Valli.
All’interno dei quartieri sorti nei decenni sui terreni appartenenti alla Marcigliana e alla Valle dell’Aniene, sopravvivono porzioni di verde, un tempo territorio delle riserve, sottratte al dilagare delle costruzioni e organizzate in parchi attrezzati di tipo inter-quartiere come il parco delle Sabine,il parco Talenti o il parco delle Valli, per citarne alcuni. In tutte queste realtà sono spesso presenti problemi non chiariti di competenze riguardo alla gestione dell’area.
In generale, entrambi i tipi di parco presentano problemi di buon uso e manutenzione di carattere opposto.
I grandi parchi scontano l’effetto della tutela rigidamente limitata all’aspetto conservativo e priva di qualunque contenuto progettuale; ciò ne mina la sicurezza, la produttività e l’uso come risorsa della città. Vanno usati valorizzando e rendendo utilizzate e attrattive tutte le presenze storiche, agricole, ambientali e introducendone altre nuove compatibili come agriturismi e centri sportivi ricreativi.
Invece i parchi urbani sono perennemente incompleti, in quanto opere dovute come oneri a carico dei privati, male attrezzati e quindi utilizzati per mancanza di meglio.
Il parco dovrebbe essere acquisito sempre come valore sociale, spianando la strada a interventi misti pubblico / privato per la manutenzione e gestione. I programmi di riqualificazione (PRINT) aprono la via a sollecitare la disponibilità dei privati che, dal canto loro, cercano di minimizzare gli oneri straordinari, in un equilibrio finanziario mai chiarito bene da decenni. L’approccio al rapporto pubblico/privato per il riuso, i servizi e le iniziative in genere, è ancora tradizionale. Oggi va ripensato a vantaggio di entrambi, in considerazione del fatto che i privati possono godere di esternalità per spuntare margini maggiori per la vendita degli alloggi; è dimostrato, infatti, che l’incremento è almeno del 5%.
La mobilità come servizio di comprensione e assistenza agli spostamenti delle persone richiede un migliore ordine per l’accesso ai punti di connessione con la città attraverso la sistemazione e l’ampliamento di aree parcheggio, come ad esempio la stazione di Settebagni (navetta Poggio Mirteto-Fiumicino fermata stazione Tiburtina linea metro B) per facilitare l’accesso ai nodi della rete urbana, o come il già citato intervento di restyling al parcheggio della stazione di Via Conca d’Oro.
La zona industriale della Salaria nel tratto tra l’aeroporto dell’Urbe e il Comune di Monterotondo ha perduto ormai da anni le sue realtà più prestigiose: 1) la Cartiera, un tempo centro di ricerca internazionale e di riciclaggio legato all’Ente Nazionale della cellulosa e della carta, i cui stabilimenti occupati abusivamente per anni, sono stati finalmente liberati nel 2016, è oggi parte di un progetto di rigenerazione del quartiere Salario attraverso la riqualificazione della struttura (oltre 20000 mq) come spazio poliedrico dedicato all’innovazione culturale, sociale e tecnologica; 2) l’Autovox S.p.A.Il cui stabilimento di 28.000mq, aperto nel 1953, dopo il fallimento e la chiusura della fabbrica, è stato trasformato in un centro di smistamento dell’azienda municipale AMA alla fine del 1997.
Il progetto ambizioso CityLab 971 nato con l’intento di accogliere e sviluppare “idee di altre imprese e privati”, necessita di un serio monitoraggio degli obiettivi fissati, essendo state al momento recuperate soltanto alcune facciate e due corti, utilizzate nei weekend di agosto come discoteca all’aperto, in breve per delle finalità ancora lontane dalla riqualificazione annunciata.
Più problematico l’insediamento del centro di smistamento, che ha portato con sé anche l’insediamento di un centro di trasformazione rifiuti, in una zona densamente popolosa tra Colle Salario e la borgata Fidene. I notissimi fatti di cronaca, conclusi con l’incendio e la chiusura, hanno risolto il problema alla radice con grande sollievo dei residenti.
Tra Colle salario, Fidene e Settebagni, affacciati sul Tevere, la vocazione del territorio è eminentemente residenziale in costante sviluppo, commerciale e agricola. Sarebbe opportuno, quindi, sul piano produttivo incentivare le attività connesse al settore agroalimentare, che già oggi timidamente si affacciano con la produzione di prodotti caseari.
Sulla piana tra la via Salaria e il Tevere sono presenti numerosi capannoni industriali frutto anche dell’abusivismo di un tempo, che hanno affitti più elevati rispetto alla media nazionale.
Interventi da mettere in campo:
- Completare e riqualificare le aree di urbanizzazione incomplete e qualitativamente carenti
- procedere al completamento della rete fognaria
- bonificare e controllare le discariche abusive
- incrementare la pulizia delle aree verdi sia urbane che rurali
- realizzare connessioni ciclopedonali tra aree verdi e servizi (circuito specializzato “anello dei Parchi”)
- migliorare l’accessibilità fruibilità diretta alle aree verdi
- avviare un tavolo con gli Enti pubblici proprietari di spazi abbandonati o sottoutilizzati
- incentivare l’uso agricolo delle aree verdi pubbliche (orti urbani) e private (colture intensive ed estensive, allevamento ovini e bovini)
- costruire un uso reale dei grandi parchi con funzioni esistenti e nuove funzioni appropriate ai bisogni di tempo libero, cultura e sport
- incentivare lo sviluppo delle attività di industria agroalimentare
- individuare nuove funzioni per gli spazi dismessi e avvio dialogo con gli Enti pubblici per il loro utilizzo a vantaggio della cittadinanza
- attivare le procedure di programmazione integrata per l’insediamento di attività sociali
- individuare soluzioni per una rete di mobilità dolce, seguendo la linea blu dei corsi di Tevere e Aniene e favorendo la navigazione fluviale per fini sportivi o di mobilità
- incrementare il servizio di trasporto pubblico per incentivarne l’uso
- favorire l’accesso e la sosta nelle stazioni
- sviluppare un ambiente più sicuro e fruibile nelle aree circostanti le stazioni
- riorganizzare il TPL con le linee urbane e le linee di quartiere
(Vittoria Crisostomi)