La ricetta di Letta, e per gli antidepressivi

Nella rassegna stampa di oggi, il sempre attentissimo #RobertoGiachetti evidenzia il rischio che corre la Sinistra, e con essa il paese, con la così detta “svolta Letta” del PD. Voglio fermarmi a inizio giornata su questo, perché è un tempo in cui tutti siamo chiamati a pensare.

La propaganda di parte della sinistra, spesso priva di contenuti reali proposti, ha prima assegnato a Matteo Renzi l’alone di un pensiero liberista troppo forte, e assegna oggi a Draghi l’aura terroristica del promuovere una politica di destra.

Ora, posto che Draghi sta agendo nella direzione degli indirizzi di politica europea dell’Unione, posto che il #PD di Letta è parte del governo e fa quello che il PD ha contestato a #ItaliaViva per mesi e mesi (opposizione dall’interno), è evidente come non abbia, Letta, alcun programma da proporre, se non l’opposizione di piazza in alleanza con parte dei sindacati.

Io credo che sia vero che la società pagherà in disagio economico forte, ma anche credo che se ne potrà uscire se quella che ad esempio rileva #MarcoBentivogli, sarà la strada per non lasciare sole le persone nella mancanza di ogni sicurezza economica: capire come e con quali azioni aprire il mercato a che rischia di venirne escluso e non riesce a entrare.

Bentivogli mette al primo posto la formazione, a mi permetto di dire anche con forza che la formazione, se non ha all’interno un progetto davvero agganciato al lavoro (alla sua creazione e al suo accesso diffuso), rischia di lasciare soli così come soli lasciano l emanifestazioni in piazza quando poi si torna a casa.

La scommessa vera, l’unica possibile, è creare un mondo del lavoro che sia open per gli over 50 e per le donne in reingresso nel mondo del lavoro, non solo con azioni di allargamento, recupero e costruzione di competenze, ma con forme di organizzazione e contrattazione del lavoro che non sia basate sulla difese del lavoro statale e del tempo indeterminato, ma che invece punti sul lavoro agile e conciliabile con la vita personale, su forme contrattuali che non vincolino alla “fabbrica” ma alle competenze fornite da chi riceve competenza (ovvero gli imprenditori e i luoghi di lavoro) a vantaggio del mercato tutto, ad esempio con un obbligo formativo per le imprese, per i lavori a termine, pari a quello di gettito INPS.

Con contratti di prestito di competenze e non di lavoro alle dipendenze, con l’obbligo per chi non riconferma i contratti di partecipare per un tempo utile ai redditi di temporanea disoccupazione quando non si sia assolto con qualità e fermezza alla parte di impegno formativo obbligatorio.

Sono discorsi complessi, ma qui è davvero, io credo, il cuore della sinistra, della parità di opportunità, e qui, come giustamente sottolineava oggi Roberto Giachetti, dobbiamo capire quanto possa Draghi non per la destra, ma per la democrazia e la ricchezza di tutti.

Vorrei si pensasse a quel film immenso che Due giorni, una notte, dei Dardenne. La solitudine vera la sinistra lettiana la lascia agli antidepressivi… Spero che l’ala riformista del PD sappia far bene per il proprio partito.

(NG)

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