Chiedo scusa per i termini impropri del titolo, ma sono quelli utilizzati in questa lettera al Direttore da un anonimo Attilio a proposito del “garantismo giudiziale”. La lettera non è il massimo, ma la risposta del Direttore è veramente acuta.
<< Egregio Direttore, Le confesso che non confido molto sulla Sua comprensione, ma sento doveroso e giusto rappresentare un punto di vista oggi poco di moda nelle alte sfere, nelle “menti pensanti”, ma molto sentito dalla gente comune, dai cittadini quelli che popolano ed abitano il nostro Paese, lavorando onestamente giorno dopo giorno per portare a casa un misero stipendio. Ecco questa gente che non conta più nulla neppure al voto, plagiata dai media opportunamente ammaestrati, comunque oggi si chiede o dovrebbe chiedersi dove sia finita la giustizia e dove sia finita l’etica in questa nuova civiltà che ama giudicare tutto, postumo, quando non serve più a nulla, quando i mascalzoni già hanno fatto danno.
Ben ultimo ora, al coro dei perdonisti estremi, si è aggiunto il ministro penta stellato con la sua supplica per un affare di giustizia conclusosi in maniera diversa dall’aspettativa che il ministro stesso aveva qualche anno fa. E’ pentito (sic) e chiede scusa, transitando lui e molta parte del suo partito nelle fila dei così detti “garantisti”. Abbiamo ora una lunghissima schiera di garantisti “fuori ordinanza” che spudoratamente dimentica che la giustizia ha un limite, non riesce a vedere le cose che non appaiono ad evidenza. Anche quando tutto sembra pregiudicare l’accusato, se manca la prova provata e riprovata non se ne fa nulla, questi può anche ambire alle cariche più alte della nostra Repubblica.
Lo scenario è desolante sono rimasti a difendere il forte in pochissimi, qualche magistrato ora (opportunamente) invischiato in discutibili vicende e qualche raro giornalista, nessuno nella categoria dei politici se escludiamo qualche moicano dello stesso partito del ministro pentito.
Direttore, mi scusi, ma non Le parrebbe normale che un politico in odore di reato, anche in mancanza di una condanna per un processo ancora pendente, si faccia da parte anzi che lo si butti fuori dal giro delle responsabilità politiche sia istituzionali, sia di partito? Non sembrerebbe normale che la gente possa, anzi debba, conoscere prontamente e nel dettaglio le vicende che riguardano comportamenti non lineari dei propri rappresentanti e di quanti hanno responsabilità nei confronti dei cittadini? Perché tutta questa gazzarra sulla pubblicazione di notizie sui giornali anche se provenienti dai dossier riservati della magistratura? Noi dovremmo sapere tutto, anche le vicende private di questi politici e dei nostri rappresentanti, così che ci si possa regolare se votarli o meno. Altro che privacy, noi abbiamo bisogno di publish. Case di vetro per favore.
Un cordiale saluto,
Attilio S. >>
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Gentile signor Attilio,
non Le nascondo che il primo impulso è stato quello di evitare una risposta decisamente contraria al Suo sentire.
Si dice che di geni, quelli veri, quelli ai quali non si può neppure misurare il QI perché nessuno sarebbe in grado di farlo, ne nasca uno ogni 500 anni in tutto il globo. Dopo Leonardo, in tempi più recenti la scansione temporale è stata un po’ inflazionata da Einstein, ma non credo che siamo arrivati al punto di avere oggi in giro dei tipi del genere, magari geni della politica o del diritto. Di conseguenza escludo che il pensiero di quei pochi che “difendono il forte” come Lei dice, risultino credibili tanto da surclassare i 556 membri dell’Assemblea Costituente che stilarono la nostra legge delle leggi, la Carta Costituzionale sulla quale è strutturato il nostro sistema istituzionale e giuridico. Diciamo che Lei fa parte di una categoria di eversivi in pectore, giudicare il reprobo in ragione dell’etica (quale?) od in assenza di una condanna è decisamente in conflitto con la Costituzione, ma sono sicuro che siete assolutamente in buona fede senza secondi fini. Che la grazia divina e l’educazione civica vi illumini!
Se può consolarLa comunque Le faccio presente che la schiera dei garantisti è tutt’altro che consistente. Vede, il sentimento di pancia dell’elettorato viene sempre ascoltato con la massima attenzione dai politici tutti e spesso assecondato. Anche il ministro pentito che Lei cita … chissà se è credibile e se è veramente convinto? Io credo che dentro quel partito sia in atto una battaglia campale per la conquista della cabina di comando, ogni parola e ogni fatto che in questo momento viene dalle fila del Movimento va analizzato e filtrato attraverso questa lente. L’esternazione del ministro, decisamente apprezzabile per ogni buon democratico, è risultata da subito una spallata a Conte che sta scalando con fatica il partito. Di bucce di banana sui gradini, come quella di cui stiamo parlando, ne troverà ancora.
(MV )
*la foto in evidenza è dal sito “Osservatorio Repressione”