Allo stato attuale, #CarloCalenda è l’unico sindaco che possiamo immaginare capace di stare con i piedi per terra nel governo di Roma–
Premetto la dimensione personale del commento che state per leggere. E’ una delle possibili visione delle cose, ma io in questa che vi propongo mi riconosco.
Il quadro che emerge dall’intervista di ieri su Roma Today, sebbene molto umano, è forse troppo improntato a un certo paternalismo di marca liberale. E questo fa un po’ rimpiangere le visioni ampie del primo #Rutelli e di #WalterVeltroni.
Eppure, proprio per questo, con la certezza di una visone democratica, di una solidissima attitudine gestionale e programmatica, di una buona capacità negoziale, e di una onestà nei comportamenti, #CarloCalenda è il solo candidato sindaco che lasci sperare per Roma, forse non un sogno ma, per certo, una occasione grande di ripartenza.
Quello che ha dentro Italia Viva, o che anima le sinistre (non sono i tempi belli di Castel Porziano, o delle arene sparse nei quartieri, spesso la politica si riduce a una riprogettazione dei processi, necessaria ma non sufficiente al sogno e alla passione), le visioni di una città partecipata nei desideri e non solo nei bisogni, nei programmi di Calenda Sindaco ad oggi non c’è, non si legge. Ma questo forse è davvero prematuro sperarlo, in una città e in una metropoli che deve innanzi tutto chiarire i livelli base della gerarchie dei bisogni di Maslow.
Non siamo ancora al Tavistock Institute of Human Relations, ma occorre passare per Maslow per arrivarci. E saremmo oggi, temo, essendo il programma delle sinistre anch’esso insufficiente, o tardo romanticamente novecentesco, o irrimediabilmente Dada, votati a perdere una buona occasione, in cima alla quale occorre mandare fuori dal governo di Roma non solo Virginia Raggi ma tutti i rappresentanti del movimento 5S, varianti comprese.
Solo dalle ceneri delle guerre, e questo decennio a Roma c’è stata la guerra, solo dalle ceneri della pandemia, passando per un nuovo corso e nuove strutture e processi, possiamo sedimentare un sogno, e pensarlo vivo, vivibile a breve. Magari accanto a Calenda, nel governo della città, per ampliare lo spettro dei desideri.
Calenda è un uomo onesto, appassionato alla città e alla politica di buon livello, tecnicamente capacissimo, per questo occorre sostenerlo pur non percependolo come portatore di quella passione che rimanderebbe a Don Milani, o della visionarietà di Nicolini.
Anche perché, signori cari, e signore, prendersi cura di qualcuno e qualcosa, e di sé, è un compito complesso, e la vera cura parte dal far sentire alle persone una dimora vivibile.
Altrimenti, finiamo a vivere in via dei matti, al numero zero, rischiando di ritrovare, lì, un bel marchio 5S ricolorato e/o pure stinto.
(n.g.)
ROMA E’ ANCORA TROPPO LONTANA – FACCIAMO #ROMASULSERIO