Ora che si torna nelle sale, e nelle arene, c’è un film che non dovremmo lasciarci scappare in nessun caso, ed è Estate85, di Francois Ozon. E’ stato scritto e diretto dal regista francese, e presentato nel 2020. E’ un film lacerante e salvifico sulla fine dell’adolescenza, sull’innamoramento, sulla fedeltà, sulla scoperta del corpo e dei corpi. Un film pieno di contatti, fisico all’estremo, con punte di poesia indimenticabili. La seduttività del gesto di cura, di salvaguardia, la meraviglia di fronte a tutto quello che ci rapisce perché ci sopravanza, i vissuti di perdita, di elaborazione, di soggettiva discesa nell’inferno della mancanza.
Un film sincero, forse memoriale, per certo capace di entrare nel ricordo di già che siamo stati tutti a 18 anni. Felici e infelicissimi contemporaneamente. Un film sulla sventatezza dell’amore e sulla sua irrimediabilità. Un film su come andare avanti, e su come non tradire. Un film sui riti di passaggio, e sui riti giovanili.
La scena più intensa in discoteca, dove l’amore è la delicatezza e la sensualità di un canto segreto, che rende estranei e straniati, e restituisce alla unicità della coppia amorosa che, mentre intorno un intero mondo ha un ritmo differente, parla una lingua segreta. La verità nuda e ferita dei legami e della loro complessità intoccabile.
Vedetelo, fatevi questo dono, innamoratevi e soffrite con i due protagonisti, non smarrite il candore che vi ha abitati, riprendetelo sulla pelle. Travestitevi per amore, per rivelarvi all’amore. Svelatevi. Danzate.
Il film è adesso, per i romani, in programmazione al Madison e all’Eden.
Ispirato al romanzo Aidan Chambers dal titolo ‘Danza sulla mia tomba’, è stato nelle sezioni di Cannes e della Festa del cinema di Roma dello scorso anno.
(ng)