ANCHE IL GALLETTO HA IL SUO CARATTERE

Gentile Direttore, vedo ancora le anime della nostra sinistra assillate da fazioni che annaspano tra protagonismi e velleità competitive come ronzini inadeguati anche al passo figuriamoci al galoppo.

Questa competizione elettorale risultata vincente per la sinistra, che si è ripresa Roma e Torino togliendola dal limbo pentastellato (limbo = luogo dove non si fa nulla in attesa di tempi migliori) e ha sfondato un po’ ovunque, avrebbe dovuto portare serenità ed accordo. Si sa che si litiga soprattutto quando si perde e ci si trova in sintonia quando si vince, ma in quest’area di gioco le cose sono sempre più confuse. Il PD, con il suo codazzo di partitini taglia xxs e una pattuglia di liste civiche di sostegno, vince! Bene, e ora? Avranno capito gli strateghi e i consiglieri di questa coalizione che a Roma hanno vinto perché non avevano veri avversari? Ma soprattutto avranno capito che la lista civica Calenda Sindaco ha preso più voti del PD? Ora si guardano intorno i vincitori quasi smarriti, per l’esito del ballottaggio, dovranno dire grazie agli elettori MS5 o a quelli di Calenda? Se come credo, da Roma spesso parte il treno che porta in giro per l’Italia il nuovo trend, e se come credo un allargamento delle alleanze è necessario perché la sinistra che ha vinto a Roma è assolutamente minoritaria, la scelta tra seguire il Bettini pensiero o riallacciare rapporti seri con l’area centrista di Renzi, Calenda, Bentivogli, +Europa ecc…. diventa una scelta fondamentale che può determinare il successo o il fallimento di una strategia a livello nazionale. Quando penso che ora la palla passa da Gualtieri a Letta che dovrà estrarre il succo della vicenda romana e farne una strategia nazionale, i punti di domanda si moltiplicano perché si aggiunge alle variabili già dette anche il pregiudizio. Già, questo non ha mai dimenticato la “campanella”.

Di contro quest’area sinistra/centro, con quelle prime donne di cui parlavo sopra, non ha la capacità di fare sintesi per generare un nuovo soggetto politico che abbia una consistenza elettorale oltre le prime due o tre cifre della numerazione decimale, con la conseguenza di risultare assolutamente ininfluente. Basti pensare che a scrutinio ancora caldo il candidato sindaco della omonima lista civica Calenda ha bellamente dichiarato da Myrta Merlino, a proposito di Matteo Renzi, che “Azione è apertissima al dialogo però si chiarisca che il business e la politica non possono stare insieme”, così allineandosi al coro sguaiato della “milizia nazionale” da anni impegnata a denigrare il leader di Italia Viva. Siamo alle solite, gli uomini e soprattutto le donne di Italia Viva sono eccellenti (la Bonetti la seguireste in capo al mondo, dice il nostro), le strategie di Renzi, ad evidenza e anche a prova di fesso, sono risultate, in più occasioni una grossa salvata per il paese, ma con lui non si parla, lui fa business!! Ci sarebbe da ridere se non venisse da piangere.

Se l’ho capito io che la destra nel nostro paese è maggioritaria, come fanno a non capirlo i professionisti della politica? Come fanno a non capire che alle prossime politiche andranno a votare anche quelli che hanno fatto vincere i candidati della sinistra (gli assenteisti) e che ci ritroveremo con un governo di destra e una presidenza del consiglio stile Orban?

Direttore mi pedoni lo sfogo, ma se ha tempo e voglia dia qualche risposta ai numerosi punti di domanda usciti spontanei nello scriverle.

Cordialmente,

Giulio Saccenti

Gentilissimo lettore è difficile aggiungere altro a quanto da lei scritto. Comunque a ben guardare il tutto si riassume in due questioni: il PD da che parte pende o penderà? E le sunnominate prime donne faranno sintesi? Non credo di essere in grado di darle risposte sensate, ma la sua lettera mi ha fatto ricordare un aforisma di Stanislaw Jerzy Lec “Quando non tira vento anche il galletto in cima al campanile manifesta del carattere”. 

I professionisti della politica, come lei li definisce, sanno bene che la destra è maggioritaria, ma pare stiano aspettando Godot, non mostrano segni di preoccupazione perché ancora il vento non c’è. Aspetti che inizi la tempesta o che questa dia le sue prime avvisaglie e vedrà come le pedine sulla scacchiera incominceranno a girare. 

D’altronde correre ai ripari nel momento topico è la nostra caratteristica. Sgusciare fuori dall’acqua un secondo prima di affogare è quello che lascia sempre stupiti i nostri partner europei (il “Conte 2” docet, e il “NO Conte 3” docet anch’esso). 

Forse, al momento critico, una di quelle prime donne da lei nominate potrà essere richiamata in servizio, visto che per i salvataggi in extremis ha una grande abilità.

A presto Signor Giulio,

(Il Direttore)

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