E’ stata la mano di Dio (2021) di Paolo Sorrentino
Probabilmente è stata veramente la mano di Dio!
Sorrentino, dopo due film sottotono, torna nella sua Napoli e la magia si accende. Partendo da un’idea autobiografica, il bravissimo regista italiano costruisce una storia incentrata sul passaggio dall’adolescenza alla maturità, sulle scelte difficili, sulla forza di saper intuire la propria strada. Sorrentino lo fa’ a proprio modo presentandoci una galleria di personaggi indimenticabili e ricchi d’umanità. A una prima parte “felliniana” in cui prevalgono il sorriso e la magia, intesa come arte dell’immagine filmica, ne segue una seconda più vicina al tipico cinema del regista partenopeo. E’ una Napoli particolare, lontana da certi canoni stereotipati.
Sorrentino ha quella capacità, qualità di pochi eletti, di riuscire ad ammantare di fascino ogni scena senza mai cadere nel ridicolo. Riesce a fondere contemporaneo e antico con naturalezza. Lo spettatore gode d’immagini ardite e della rinascita di miti dimenticati, come il monacello, figura cardine nella “politeistica” religiosità napoletana. Del resto è una figura religiosa anche Maradona, più evocato che rappresentato attraverso le sue magie calcistiche. Indirettamente è evocato anche il grande Eduardo quando una delle scene iniziali vede come location Scoglio Isca, luogo in cui amava trovare ispirazione il drammaturgo De Filippo.
La critica ha puntato il dito sulle numerose citazioni “felliniane” (in particolare da “Amarcord” e “I vitelloni”), adombrando più una “scopiazzatura” che un’ispirazione. A mio parere Sorrentino rende omaggio al maestro rielaborando in modo personale e in questo non c’è nulla di male. Avere dei punti di riferimento, dei miti, se vogliamo, non significa copiare ma semplicemente sentire vicino un certo modo di fare cinema, di presentare la realtà e il ricordo. Tutto questo è tangibile nella pellicola che ha il grande merito di far sognare, sorridere, commuovere e vibrare l’anima.
La vicenda è ambientata nella Napoli degli anni ottanta e ruota intorno all’adolescenza, inizialmente spensierata, di Fabietto e sulle storie legate alla sua numerosa famiglia.
Il cast rivela un giovane di grandi speranze (Filippo Scotti) e conferme: Toni Servillo, Teresa Saponangelo (una delle attrici preferite del citato Antonio Capuano), Renato Carpentieri, Monica Nappa e la sempre meravigliosa Luisa Ranieri. In una brevissima parte troviamo Enzo Decaro nel ruolo di San Gennaro.
La pellicola ha avuto un ottimo successo di pubblico (è stato il film più visto nelle sale durante il 2021) e ora prosegue il suo percorso sulla piattaforma Netflix, produttrice del film.
Grande successo anche al Festival del cinema di Venezia dove sono stati premiati Sorrentino (Leone d’argento e Premio Pasinetti), Filippo Scotti e Teresa Saponangelo. Purtroppo nell’agitata edizione degli Oscar non è riuscito il bis dopo la statuetta per “La grande bellezza”.
Attendiamo i David di Donatello dove il film presenta ben sedici candidature!
Come sempre, buon cinema a tutti!
(Marco Petrucci)



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