Una testimonianza di Elvira Vinci che riceviamo e volentieri ospitiamo. La seconda parte sarà online martedì 5 luglio.
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Ho il Covid da 8 giorni e finalmente, stamattina, mi sono svegliata senza sintomi. Dicono tutti che la variante Omicron è quella più mite.
Ho bisogno di raccontare e sto combattendo contro le parole. Quelle inappropriate o vaghe. Conosco l’importanza del linguaggio : grammatica, sintassi, lessico: Le parole devono porgere un resoconto più fedele possibile alla realta’ che hai percepito. La tua realtà resterà comunque solo la tua versione dei fatti, ma sarà stato utile vivere quell’esperienza solo quando, rileggendoti, la riconoscerai. L’avrai tirata fuori dai gorghi delle tue emozioni ; raffreddata e oggettivata sara’ fruibile da soggetti professionali che potrebbero garantirle un seguito.
Io intendo denunciare.
Martedi’ notte ho avuto febbre alta e dal nulla, mi sono trovata naso chiuso, tosse e mal di testa.
Mercoledi’22/6 alle 8,20 ho fatto il primo tampone. Positivo. Ho aspettato le 9 per informare il medico curante telefonando allo studio. Un segretario mi ha chiesto di mandare il referto del tampone via wazzApp (numero dedicato ad accogliere le istanze dei pazienti ). Dopo qualche ora dall’invio, mi è stata inoltrata una lista prestampata, piena di variabili affidate presumibilmente alla mia libertà di scelta, di autodiagnosi, di autodeterminazione, di corretta autoanalisi dei miei sintomi. _
Giovedi’23/6. La giornata si è aperta in modo preoccupante. Febbre molto alta, dolori alla gola e al torace, naso bloccato. Ho telefonato al mio medico curante. Il segretario mi ha chiesto (molto gentilmente) di richiamare dopo una decina di minuti perché la dottoressa stava visitando. Aspetto 11 minuti e richiamo. Il segretario va dalla dottoressa con un portatile e le dice che la Sig Vinci, affetta da covid, vuole parlarle. La dottoressa, di rimando, urla . “Sto lavorando, non mi dovete disturbare! Questa maleducazione è insopportabile”. Visto che il telefono ricevente , per logica, è ancora nelle mani del segretario, chiedo al giovanotto di riferire alla dott che la maleducazione è tutta sua e che andasse a quel paese. Chiarimento : Da qualche tempo questa dottoressa usava nei miei confronti modi molto discutibili sia a livello umano, sia professionale. La definivo “sgarbata” “negligente” “impaziente” etc. e da tempo mi ripromettevo di cambiare medico, sebbene conservassi per lei un vecchio affetto. Ero una sua assistita da ben 23 anni. Dopo qualche minuto ha chiamato ma non ho risposto. Ha chiamato mia figlia provando a scusarsi. Mi ha scritto poi un messaggio carico di giustificazioni spocchiose e mendaci, ma soprattutto auto celebrative, in un certo senso.
Non ho risposto al messaggio e ho chiesto in famiglia di provvedere IMMEDIATAMENTE ad un cambio del MC. Nel giro di un’ora avevo un nuovo medico. Niente di speciale : un medico che ha ascoltato con la dovuta calma le mie richieste, che mi ha prescritto farmaci personalizzati, e che si è rivelato disponibile ad ascoltare qualsiasi richiesta gli venisse fatta ( nel rispetto, comunque, della sua agenda di lavoro ed esistenziale).
I sintomi sono preoccupanti. La gola duole in modo insopportabile, e, fatto inedito, scompare la voce. Il torace sembra farsi pesante e la febbre supera i 38.5 fino a raggiungere i 39. Il medico continua a tranquillizzare mia figlia e suggerisce di aggiungere un antibiotico. La giornata passa. –
Venerdì 24/6 la mattina alle 5 prendo il primo antibiotico e, di seguito, tutti i farmaci e integratori di routine. La febbre diminuisce rispetto al giorno prima, ma non passa. Il dolore alla gola è insopportabile.
-Sabato 25/6 Secondo antibiotico. Nel corso della giornata mi sembra di sentirmi un po’ meglio. La febbre si attesta sui 37 con un solo picco a 38 verso sera. La voce è scomparsa, ma sento il torace meno pesante, quindi mi tranquillizzo.
– Domenica 26/6 Terzo antibiotico. Il miglioramento è netto. Anche la voce ricompare, rauca, frammentata e deformata, ma c’è. La febbre è scomparsa quasi del tutto. Siamo quasi euforici e quasi quasi stappiamo un prosecchino, quando, strisciante, compare il primo sintomo veramente preoccupante. La frequenza cardiaca (rilevata dal saturimetro ) comincia ad abbassarsi. La mia FC abituale è bassa – tra 50 e 60. Adesso cominciamo a vedere 49, 48 47. Mia figlia si mette in contatto col MC e le viene suggerito di misurarla spesso e controllare che non scenda sotto i 45. In realtà mi sento molto debole, fiacca, rallentata. Inizio ad allarmarmi.
Intanto si fa sera e la mia frequenza non migliora. Mia figlia contatta una guardia medica che suggerisce di darmi del Polase e/o acqua e bicarbonato. Seguiamo il consiglio, ma non si rivela utile.
Intanto cominciamo a vedere i battiti scendere a 45, 44. Un po’ di panico serpeggia. Il MC non risponde (è notte!) . Paola richiama la guardia medica che , a questo punto, le dice di chiamare il 118. L’operatrice del 118 spiega che in ambulanza non viene fatto nessun accertamento diagnostico, ma che sarei stata portata in ospedale dove avrebbero provveduto alle necessità del caso. Ho terrore di andare in ospedale, lo ammetto. Ho una provvista di esperienze personali e altrui di quella struttura che farebbero desistere anche solo dal pensarlo come Presidio Medico Sanitario… ma siamo all’angolo. Dico a mia figlia che sto meglio, che ho bisogno di dormire, che …aspettiamo domani. Le pulsazioni (forse per l’angoscia) tentano la risalita e arrivano anche a 50 in alcuni istanti.
Io provo a dormire, ma mia figlia no. Sta ad osservarmi e a monitorarmi per tutta la notte. A mia insaputa (mentre dormivo) veniva a controllarmi regolarmente e misurava le pulsazioni in tutti i modi possibili. Finanche con le dita contando i battiti per un minuto. Credo di aver dormito per qualche ora.
Lunedi 27/6 Alle 10 circa – consultato il medico curante e riferito l’iter notturno, accogliamo l’idea di andare in ospedale. A casa faccio un tampone rapido che risulta positivo e sappiamo , sic stantibus rebus, che non abbiamo alternative. Nessun medico, nessuna struttura pubblica o privata potrà intervenire tranne il Pronto Soccorso Covid dell’Ospedale Civile Dell’Annunziata.
(continua)

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