Da ieri non facciamo altro che pensare a quanto inutile sia piangere sul latte da altri versato e occorra invece, con serietà, semplicità e senso del dovere, usare parole semplici e chiare per pensare a cosa saremo, in Italia, e non solo, in base a come voteremo il 25 settembre.
Gli schieramenti politici (al di là di come si presenteranno) sono solo due, se visti per le culture che rappresentano.
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Schieramento 1: mentre il panorama internazionale è andato trasformandosi a velocità estrema nel ventennio, l’affermarsi dei modelli di produzione ed esportazione cinesi e russi, e una parziale islamizzazione delle comunità europee di seconda generazione e nei paesi d’origine, accompagnate dalle delocalizzazioni selvagge del lavoro di produzione operato dalle imprese USA ed Europee (ignorando le forme del lavoro e della tutela in quei paesi così lontane dalle nostre), hanno reso forti le economie orientali, compresa quella indiana (ma non le popolazioni), ignorato le trasformazioni culturali in atto da noi, e tralasciato il valore che hanno Ius Soli, Ius culturae e Ius scholae. Sono infatti le sole forme di riconoscimento dovuto ma sopratutto di costruzione di un confronto culturale virtuoso.
La fuga americana dall’Afganistan, il Dossier Libia, la mancata costruzione voluta dalla destra di forme di accoglienza reale tesa a un inserimento vero, ci espongono a debolezze strutturali: presenza altissima di irregolari, generazioni che non riescono a sentirsi (poiché prive di cittadinanza) in dialogo vero con i valori occidentali, arretramento nella condizione femminile generale, aumento delle forme di sopraffazione delle micro-comunità). Il tema della conciliazione è visto, come utile alla donna occidentale, ma molte sono le donne di cultura islamica o orientale che vivono da noi, e hanno introiettato valori di diminuito delle identità femminili. Si guarda ai femminicidio di donne italiane, ma quanto sappiamo di abusi e violenze nelle comunità chiuse, alle quali le destre non riconosco diritto di cittadinanza?
L’economia che avremo, se avremo un governo asservito alla Russia, alla Cina, alle nuove economie, sarà nel migliori dei casi un governo di sussidio e condanna alla povertà, nel migliore dei casi di inserimento in modelli di lavoro fintamente garantisti, medievali e basati sullo stallo sociale fra le classi e sullo sfruttamento femminile. La società sarà omofobia e cattolico-centrica, intorno al peggior cattolicesimo. Lo stesso che ha paura di Papa Francesco.
E le donne, in tutto questo, pagheranno il prezzo più caro, insieme ai fragili, agli immigrati, ai giovani. Pensate alla “guerra dei fiori rossi” e preparatevi. Sono quelli i modelli sociali, cari alla destra, nei quali il diritto alla determinazione e alla crescita, all’emancipazione, sono preclusi e sanzionati culturalmente. Pensate ad avere come modelli culturali e dialogici Giorgia Meloni e Pillon…
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Schieramento 2: In Europa, con l’agenda Draghi a guidare il passo e ad ispirare, e la migliore delle democrazie interiorizzate a permetterne la leggibilità nel nostro contesto nazionale.
Crediamo che qui lo sforzo vero sia mantenere le priorità: un welfare sano e finanziabile, una cura della salute sociale nelle sue varie espressioni, fra le quali attenzione fattiva all’ambiente, innovazione nei processi e nei prodotti, realismo nella di gestione e nel riutilizzo di energie e rifiuti, attenzione vera a una cultura della parità dei generi e alla cultura del rispetto, questione femminile come prioritaria nel contesto di un mondo che è multiculturale di fatto, ascolto delle comunità “chiuse”, attenzione alle fragilità, formazione pubblica accessibile e gratuita per i redditi bassi fino alle università, sanità come risorsa sociale, cura dell’informazione corretta, uso sociale ripartito dei fondi europei, progetti nel PNRR destinati allo sviluppo e non l’assistenzialismo, redditi di copertura dei disaggi che incentivino cura e lavoro. Contrattazione del lavoro trasparente. IN CONTINUITÀ CON DRAGHI, ANDARE SEMPRE AVANTI.
Ci auguriamo che lo schieramento democratico si presenti unito e coeso, guidato dal programma Draghi (Europa, economie, risorse, innovazione, welfare, contrattazione) e dalle sue possibili declinazioni anche migliorative.
E qui, in appello ai creativi delle nostre comunità, rimbocchiamoci le maniche, pubblicitari, grafici, copy, poeti, attori, musicisti. Riempiamo le strade dei colori e di NO, come Nei giorni dell’arcobaleno, non lasciamoci strumentalizzare dalla propaganda vetero fascista delle destre.
OGNI COLORE PER UN PROGETTO DI DEMOCRAZIA, OGNI PARTITO PER UNA UNITA’ DI RESISTENZA.
Le coalizioni di centro sinistra (che solo possono essere senza Conte e conti) non sono S.r.l, e nemmeno S.P.A. Le coalizioni sono Raggruppamenti temporanei d’Impresa. Non cominciano a scannarci, siamo furbi. Siamo belli. Siamo vincenti.
Restiamo umani, contro la disumanità e i feudalesimi di marca autoritaria.
Non cediamo al fascino CCCP, che’ i tempi cambiano… facciamo Cronache…e di Montagna! Oggi e sempre, ai fascismi, Resistenza!!!
(Nerina Garofalo con Riccardo Vinci)


Una riflessione seria ma già mi sembra che emergano veti non con Calenda, mai con Renzi, non con il pd che non ripudia del tutto Conte… così andiamo incontro ad una debacle sicura.