Il bello nella politica

passa per biografie e autobiografie

La politica non è fatta solo di tessere, correnti, lotte intestine e poteri. E’ fatta, anche e soprattuto, di luoghi di militanza, di amore, impegno a fondo perduto, relazioni fra persone. Che a volte, grazie alle piazze, alle battaglie, all’inutile amore delle voci delle “basi”, riservano sorprese, prossimità, intimità di sogni e di valori. A volte persino di vissuti.

E’ stata in una di queste riserve d’affetti che ho conosciuto Grazia Sargentini. E per un altro prezioso e intimo accadere, l’ho ascoltata narrare di sé, dei suoi amori e tremori, attraverso una sua esperienza di narrativa biografica da cui è nato, nel 1997 e ancora il lire, “I colori del tempo”. Introdotto con cura ed entusiasmo da Lidia Ravera e uscito per l’Editore Antonio Stango.

E’ un volumetto prezioso, questo di Grazia, non solo per la scrittura elegante e ferma, luminosa come le onde albine al margine del mondo, non solo per la costruzione dialogica e narrativa impeccabile nel suo sperimentalismo, ma anche e soprattutto per come costruisce su un tessuto autobiografico una esperienza narrativa a un tempo di riflessione e denuncia.

In un tratto di scrittura del tutto personale, il libro di Grazia Sargentini evoca quella forza nell’analisi, e non meno nell’autoanalisi, che era cosa viva in Simone De Beauvoir, nelle sue “Memorie di una ragazza per bene”.

La donna che Grazia ci consegna in quelle pagine è potente e delicatissima insieme, ferita e accudita, stanchissima ai confini con inquietudine del vivere eppure appassionata, ribelle, diretta e vitalissima.

Educata ai valori di una ragazza per bene, è capace di strappi per rivendicare la sua successiva ed autonoma educazione sentimentale. Sa ricostruire e scoprire sempre, con gioia profonda ma ineludibile memoria del trauma (dove trauma, sanatorio e vita piena coesistono, come nella letteratura di primo ‘900).

Onoratissima di aver ricevuto in dono questo libro a luglio, persino protetta dall’intuizione dell’autrice di un nostro sentire comune, ne scrivo oggi, nell’ultimo giorno di ferie, dopo averne custodito la lettura fra i pini, e nel giorno del suo compleanno.

Cara Grazia, il tuo libro dovrebbe essere portato nei luoghi di formazione, fra le mani di tante donne che come te non si accontentano dello spazio ma se lo creano ed ospitano in esso le voci che hanno bisogno di dirsi, e darsi.

Auguri di tanta vita, sempre così complessa, libera e generosa. Sarebbe bello tu volessi partecipare a uno dei prossimi reading con una lettura delle tue parole.

Grazie di esserci.

(ng)

2 pensieri riguardo “Il bello nella politica

  1. Incredile e sensibilissimo commento d Nerina a “I colori del tempo” a cui sono ancora fortemente attaccata, talmente attaccata da rileggere ancora soffrendo qualche pagina.
    Ne parlerò poi con Nerina che ringrazio “vivacissimamente”. Sapevo che avrebbe capito…

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