Dell’abitare
I luoghi sono un po’ come le persone. Vengono abitati, disabitati, scoperti, abbandonati, accuditi, rinnovati, trascurati, accolti, rifiutati. Liberati, imprigionati.
Anche #LottangoloBlog, come una persona, ha attraversato il trascorso 2022 un po’ come tutti noi. Faticosamente cercando, negli ultimi mesi persino nel silenzio, cosa diventare a fronte dei cambiamenti grandi che ci hanno colti e colte impreparati, assurdamente come pianticelle troppo giovani per reggere il troppo caldo, le pandemie, le guerre in corso e annunciate.
Come narrava un cartoon del vecchio secolo, quando soffia il vento ci si mette lì fermi, a volte, attendendo che succeda. Tutto quello che temiamo. E ci tiene stretti.
Non abbiamo messo un messaggio di augurio, perché dal marzo del trascorso e indimenticabile anno 2020 ogni giorno cerchiamo di augurarci che qualcosa migliori. Così, noi 4 in redazione del blog, siamo rimasti a guardare, quest’altro anno chiudersi e l’anno 2023 che s’apre, in silenzio. Ma il silenzio non può durare se la vita preme.
Così, in attesa che si consumino e germoglino gli incendi che ridanno vita ai campi, ricominciamo a interrogarci sulla persona e lo spazio. Su questo spazio, su di noi.
Nel calendario del MoCI Cosenza, quest’anno, manca la cartolina del mese di gennaio. A testimoniare il vuoto portato dalle donne assenti alla vita per atti di violenza femminicida. Ho trovato questa cosa del calendario con assente proprio il mese che fa nascere l’anno, potente e struggente. Come una amputazione al tempo rappresentata per assenza e non per gesto.
Così mi pare che questo gennaio silente, e il silente augurio per l’anno che verrà, dicano qui, a #lottangoloBlog, della necessità di accorgersi di ciò che manca, prima ancora che di ciò che c’è.
Da questo accorgersi può, non deve ma può, nascere il desiderio, é senza il desiderio che smettiamo di andare avanti. E noi, avanti vogliamo andare. In ascolto e in-canto.
Per tornare a ri-dire e a dire, e forse in lingua nuova, vi aspettiamo. Soprattutto in ascolto, perché forse il tempo del detto, del dicibile, del da dire, non è ancora maturo.
Ripartiremo con una conchiglia all’orecchio, preferendo il rumore del mare, e il suo improvviso silenzio se un’eclissi ci tiene, per un tempo, nel fermo del mondo.
(NG)
Buon 2023. Oggi si può iniziare a dire.
(la Redazione)



*l’immagine in evidenza è dal profilo Instagram
zelenskiy_official